Il Palermo calcio vuol chiarezza sulla mancata visione dei tabulati del cellulare dell’attaccante del Parma Fabio Ceravolo. Così la società di viale del Fante comunica di aver incaricato il proprio ufficio legale di presentare un esposto alle autorità competenti per chiarire il fatto che: “In merito all’inchiesta sul Parma Calcio, non siano stati visionati i tabulati del cellulare scomparso, del calciatore Fabio Ceravolo”. La società del patron Zamparini non si arrende dopo la sentenza del Tribunale Federale per l’inchiesta Spezia-Parma e gli sms del calciatore Emaunele Calaiò. Fabio Ceravolo il giorno dell’interrogatorio non aveva presentato il suo smartphone con gli sms e le prove delle conversazioni, ma una denuncia di smarrimento. Sia su Ceravolo che su Calaiò perndeva l’accusa di aver scambiato messaggi apparentemente compromettenti con Alberto Masi, difensore della Spezia, che avrebbe affrontato i gialloblù nell’ultima giornata di campionato, decisiva per la promozione in Serie A. L’amministratore delegato del club ligure Luigi Micheli, aveva confermato in sede di audizione: “Il secondo (messaggio di Ceravolo), pur con un contenuto apparentemente non rilevante, ma proveniente da un giocatore del Parma, mi ha ugualmente indotto a trasmetterlo, congiuntamente al primo, alla procura Federale”. Come si evinceva dal comunicato ufficiale: “Se apparentemente irrilevante era ritenuto il messaggio del Ceravolo, tanto, non avveniva, evidentemente, per i messaggi del Calaiò”. Intanto giovedì 9 agosto è prevista l'udienza d'appello per la sentenza di primo grado che ha penalizzato il Parma con 5 punti da scontare in A e Calaiò con due anni di squalifica. Il Palermo chiede che il Parma sconti la penalizzazione sulla classifica di B ed ottenere così la promozione in A al posto degli emiliani.