PALERMO. Poichè sognare è gratis c'è chi chiudendo gli occhi «vede» già una vittoria del Palermo a Verona e le sconfitte di Empoli e Genoa. La serie A è andata da tempo ma c'è ancora chi irrazionalmente è aggrappato alla speranza. C'è la matematica, c'è la fede nei propri colori, c'è che la vittoria sulla Fiorentina ha restituito un po' di dignità a un gruppo che sembrava allo sbando. Il rispetto di se stessi e della maglia impone di giocarsela, ignorando il fatto che con diciannove punti dopo 34 giornate è davvero difficile pensare di salvarsi. Bisognava pensarci prima ma chi avrebbe dovuto farlo s'è girato dall'altra parte.
Anche oggi il conto da tenere è semplice. Se dopo le partite del pomeriggio, con tre gare ancora da giocare, il Palermo avrà più di nove punti di ritardo sulla quartultima sarà retrocesso anche aritmeticamente. Pensare per un giorno al campo, a una partita disperata, forse l'ultima vera partita in serie A del Palermo chissà per quanti anni, serve anche ad allentare la pressione su un cambio di società che col passare dei giorni sembra sempre più confuso.
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