PALERMO. L’ottimismo di Zamparini e Baccaglini va a scontrarsi con i tempi tecnici di una trattativa giunta comunque alle battute conclusive. Il passaggio delle quote del Palermo dall’imprenditore friulano all’ex inviato delle Iene necessita ancora di ulteriori documenti, quelli per cui stanno lavorando incessantemente gli «squadroni in giacca e cravatta», ovvero lo stuolo di avvocati e notai schierati su entrambi i fronti, come li ha definiti Baccaglini.
Se il presidente in questi giorni ha avuto modo di sottolineare come certe difficoltà sulle tempistiche siano emerse anche per via delle festività e dei ponti, ecco che l’ennesimo giorno segnato in rosso sul calendario può portare al ritardo del closing. Finora tutto è filato liscio, con una trattativa gestita secondo le tempistiche prestabilite, ma per la conclusione dell’affare si potrebbe andare oltre la data del 30 aprile, ovvero domani.
Le garanzie bancarie attese da Zamparini entro la giornata di ieri non erano ancora arrivate e proprio nelle ultime ore sono sorti dei rallentamenti relativi a tutta una serie di documenti richiesti dagli istituti di credito. Un viavai di scartoffie nel triangolo Italia-Regno Unito-Stati Uniti, tra banche, Integritas Capital e Gruppo Zamparini: tutte strade che portano a Palermo, seppur con qualche «buca» di troppo a rallentare la marcia verso il closing.
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