PALERMO. Adesso è ufficiale, Stefano Sorrentino lascia il Palermo. Lo aveva già fatto intendere dopo la matematica salvezza ottenuta grazie alla vittoria sul Verona, oggi lo ha invece ufficializzato tramite una conferenza stampa che si è tenuta allo stadio Renzo Barbera. "Non è una giornata semplice. Devo ringraziare la società per questa conferenza stampa allo stadio, dove sono stato presentato tre anni e mezzo fa. Ad altri capitani non è stato permesso. Ho deciso purtroppo di non rinnovare il contratto, i motivi sono tanti. Il più grande, dopo un’annata del genere e dopo tanto tempo lontano dalla famiglia, ho deciso di tornare a casa. Le mie figlie crescono e hanno bisogno del papà il più vicino possibile. Ringrazio il presidente per l’offerta che ha fatto, anche se qualcuno ha scritto che quella del Chievo era più vantaggiosa non è così. Non sono i soldi a farmi cambiare idea. Sono importanti, ma la priorità va ad altro. Se avessi scelto i soldi, sarei andato in America. Non ho parlato col presidente, ma lo ringrazio per l’offerta e per avermi portato qui, oltre che per avermi reso capitano". L'ex capitano rosanero parla della salvezza ottenuta: "Qualcosa di incredibile, più bella e sentita della promozione. Non ho mai pianto in pubblico, purtroppo l’altra sera non riuscivo a fermarmi. Non riuscivo ad andare via dal mio stadio. La decisione era già stata presa, anche se in questi mesi ho avuto tantissime offerte da gennaio in poi e ne sono contento. Mi ero promesso di non parlare con nessuno se non avessi salvato prima il Palermo”. Sorrentino torna quindi al Chievo, una scelta di vita: "L'ultimo colloquio è stato fatto a gennaio, ma è stato tutto un discorso sul progetto. Qui si sta ringiovanendo il gruppo, io sono già papà di quattro figlie e non è ancora nelle mie corde farlo nel calcio. Sapere che molto probabilmente avrei dovuto occupare un ruolo diverso, passando in secondo piano, non fa parte del mio carattere. Se ci fossimo salvati prima, forse, avremmo avuto altri incontri. Il mio 70-80% della decisione però arriva perché ho bisogno di potermi dedicare alle mie figlie, di essere un papà presente. Tutte e tre fanno tennis e io non ho mai assistito ad una loro lezione, questo vi fa capire come io possa passare le mie settimane. Ho dato tutto quel che avevo ed è giusto finire così. C’è sempre un inizio e una fine, se avessi dovuto scrivere un libro l’avrei concluso così”.