PALERMO. Gennaio? Brutto mese. Nel calcio si dovrebbe riparare, a Palermo (e non solo) spesso si finisce per sbagliare. Anno 2013, lo «sceicco» Lo Monaco ha ormai conquistato il cuore del presidente Zamparini. I messaggi a distanza sono pieni di cuoricini e occhietti strizzati, come le faccine di WhatsApp. Fra loro sembra un idillio. Per il Palermo l' inizio di una nuova era. Glaciale, purtroppo. Lo Monaco era arrivato a settembre del 2012 (spazzando via Perinetti) da Catania con la corona di re, quattro mesi e mezzo dopo se ne va senza scettro e faccia. Il Palermo è già poco consistente, con lui diventa un budino. Scaduto. Anselmo, Faurlin, Formica, Nelson, Fabbrini, Boselli, Sperduti. Come uno scioglilingua. In realtà è una tragedia sportiva.Figlia di un mercato di gennaio assurdo, firmato appunto da Lo Monaco.
Il resto lo mette Zamparini, cacciando e richiamando allenatori come fa un professore a scuola con gli alunni impreparati. Di fatto è la testimonianza che a gennaio fare miracoli sul mercato non è facile. Se non quasi impossibile. Ed è bene che il Palermo (ma siamo certi che è così...) non dimentichi mai quello che successe nel gennaio di tre anni fa.
Lo Monaco fu abilissimo a smontare un giocattolo che funzionava male e ad assemblarlo con pezzi peggiori. Stupefacente per uno che a Catania aveva fatto diventare principi tanti ranocchi. A Palermo gli gnomi restarono tali. Lo «sceicco» di Torre Annunziata prima fece piazza pulita (via Brienza, Giorgi, Budan, Pisano, Bertolo), poi acquistò come al supermercato. Ma senza guardare tutte le etichette. Si fermò solo a quelle di Sorrentino, Dossena e Aronica. Dopo scelse a caso, senza badare alla qualità.
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