La vicenda Luca Rigoni ci sembra emblematica per definire la confusione in casa rosanero, ma non solo. Perché è una vicenda che fa poco onore perfino alla categoria dei calciatori e in questi casi il silenzio del sindacato è assordante. Vediamo perché. Rigoni ha un contratto col Palermo, che scade nel mese di giugno del 2017. Sembra che già da mesi sia in trattativa con il club per avere adeguato l'ingaggio. E già con Iachini (il tecnico che lo volle al Palermo) il suo rendimento era stato inferiore a quello dello scorso anno. Ma in quale rapporto professionale si discute di un adeguamento contrattuale due anni prima della scadenza? Comunque, in risposta alle richieste di Rigoni il Palermo che fa? Lo mette fuori squadra e adesso sta cercando di venderlo. A un club che probabilmente accontenterà il calciatore. Così facendo alzerà bandiera bianca privandosi di un calciatore importantissimo, che l'anno scorso era stato uno dei migliori. Peraltro senza una contropartita adeguata. Capiremmo lo scambio con Cigarini, ma cederlo al Genoa per pochi denari (Preziosi non ha soldi da spendere, è risaputo) sa di masochismo. Nessun tentativo per ricucire, prevalgono le questioni di principio, sembra. Tornando a Rigoni (che ha giocato tanti anni nel Chievo senza mai fare le bizze), un calciatore che guadagna cinquecentomila euro netti l'anno (41,666 al mese) dovrebbe essere impiegato sempre e comunque se ha le qualità per andare in campo. Non è ammissibile che non rientri in un progetto tecnico dopo essere stato lo scorso anno tra i migliori, anche perché chi sta giocando al suo posto sta facendo male e non è detto che abbia un futuro. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE