PALERMO. Parte da Bergamo l’«operazione felicità». Sembra un paradosso in questo momento di forti tensioni, di contestazioni e con la terzultima a soli due punti eppure è così. In campo solo chi è contento, a costo di rinunciare a tutte le seconde linee, che in quanto tali contente non possono essere. Non potendo arricchirsi con nuovi giocatori il Palermo prova a migliorarsi rinunciando a quei rosa che per vari motivi in questo momento – secondo la teoria del club - non vivono con la necessaria positività la vita del gruppo. Zamparini prova a fare quello che non riuscì all’ex presidente del Catania Angelo Massimino: comprare... l’amalgama. C’è voluta l’Alessandria per fare traboccare il vaso, ma va detto a chiare lettere che qualcosa s’era rotto già da settimane. Sul piano della prestazione quest’anno il Palermo infatti solo con l’Inter ha convinto. È questa in sintesi l’operazione che ha portato all’esclusione di Rigoni, Maresca, Daprelà e in ultimo El Kaoutari. Zamparini e Ballardini tentano insomma a ricreare la giusta armonia, con una strategia che uno psicologo potrebbe condividere ma che tecnicamente può portare al disastro. Perché con un organico tanto risicato rinunciare a quattro elementi non è da poco. Forse il solo Rigoni oggi avrebbe giocato ma la panchina del Palermo è desolantemente povera. Difficile dire se questi provvedimenti siano l’inizio della fine o di un nuovo ciclo virtuoso, certo questa partita contro l’Atalanta assume un valore straordinario. Perché dalla reazione della squadra si capirà se il problema del Palermo erano davvero i malumori interni, le spaccature, le nostalgie di qualche «senatore» per Iachini o se invece tutte queste vicende sono solo la conseguenza di un organico inadeguato. E oggi a Bergamo potremo capire anche se è immaginabile un Palermo senza Vazquez, che sebbene squalificato, quasi a volersi fare perdonare l’espulsione in Coppa Italia, ha chiesto di seguire i compagni in trasferta. Vazquez non salta una partita da due anni, è sempre stato il centro del gioco rosanero, qualsiasi ruolo abbia occupato in campo. Oggi in tanti dovranno assumersi più responsabilità per portare avanti la palla.