PALERMO. Oggi all'Olimpico cominceremo a capire seil cambio in panchina più discusso della gestione Zamparini potrà produrre effetti positivi su una squadra che da oltre due anni sentiva la stessa voce e giocava più o meno nello stesso modo. Una voce, quella di Iachini, e un modo di giocare che non piacevano più al presidente. Davide Ballardini ricomincia dalle sue idee, affronterà subito la squadra per cui lasciò la panchina rosanero e con cui vinse la Supercoppa di Lega a Pechino. La sua «prima» potrebbe coincidere con l'ultima di Stefano Pioli alla Lazio, perchéla formazione capitolina èin crisi e il tecnico (anche lui ex rosa) è a rischio esonero. Sarà certamente un Palermo diverso. Ma, poiché Ballardini non ha la capacità di moltiplicare né pani né calciatori, sarà diverso principalmente nell'idea di calcio, dunque negli schemi. Gli interpreti saranno sempre quelli, con un paio di inserimenti che non potranno modificare il valore complessivo della squadra. Oggi meno difesa, più attacco. Anche Iachini ha proposto a tratti la difesa a quattro e tre giocatori offensivi, ma senza mai crederci troppo, sempre in subordine al modulo base 3-5-1-1, al quale tornò regolarmente. Soprattutto quest'anno che gli attaccanti sono merce rara. Di Ballardini ricordiamo invece una forte disposizione al calcio offensivo, che sette anni fa produsse una lunga serie di vittorie interne (14) ma anche parecchie sconfitte lontano dal «Barbera» (9). E per completare il confronto il Palermo di Iachini ha sempre fatto meglio in trasferta, quello di Ballardini ha dato il meglio in casa.