PALERMO. Caro Ballardini. Bentornato. Ricordo perfettamente quando arrivò a Palermo per la prima volta nel settembre del 2008. Anche quella fu una sorpresa. Esonerare un tecnico dopo una sola giornata (Colantuono) non capita in tutti i club ma Zamparini s'intestò la battaglia senza informare neppure il direttore sportivo Sabatini. Che fu vicino alle dimissioni.
Indubbiamente Zamparini ebbe ragione in quella circostanza, ma Lei oggi si trova ad affrontare una situazione ben diversa. Il Palermo non è il Cagliari che lei salvò prendendolo con dieci punti alla fine del girone di andata ma non è neppure il "suo" Palermo. Direbbe Benigni: non ci assomiglia proprio per niente. Qui non ci sono Cavani, Miccoli, Simplicio. Bresciano, Balzaretti, Cassani, Bovo, Liverani etc. Non c'è la qualità che ha sempre ispirato il suo calcio fortemente offensivo secondo le direttive del suo mentore Arrigo Sacchi .
E dovrà presto fare i conti con la nuova realtà. Se non riuscirà a cambiarla dovrà essere Lei ad adattarsi. La squadra dovrà essere convinta di quello che fa.
Dunque l'aspetta un compito molto più difficile rispetto a quello di sette anni fa.
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