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Palermo, a novembre cambiare allenatore non serve a nessuno

I tifosi sono giustamente preoccupati ma continuare a mettere in discussione iachini non fa bene a nessuno

Carlo Brandaleone

Quante passioni, quante ragioni! Al popolo rosanero diremmo: stiamo calmi se possiamo. Agitarsi serve a poco e non aiuta a trovare le giuste soluzioni.
Siamo appena a un quarto di campionato, c'è tempo per rimediare a patto di non perdere la testa. Sul fatto che occorra una scossa, come si augura Giovanni Ciprì che vede una squadra quasi rassegnata, siamo d' accordo. Ma chi dovrà inserire la spina nella presa di corrente?
Un nuovo allenatore come auspica Salvatore Parisi o lo stesso Iachini? Certo gli ultimi cambi in panchina non hanno portato bene ai rosa, soprattutto nell'anno della retrocessione. Cambiare tecnico a una squadra che gioca da tre anni nello stesso modo non è operazione da fare a novembre. Dice bene Francesco Tesauro, sono stati compiuti errori di valutazione. Lazaar dieci milioni, Struna chiesto dal Napoli, Gonzalez pronto per una big. Dove è finito El Kaoutari? Se tutto questo fosse vero il Palermo sarebbe lassù.

La realtà è diversa. La realtà di una squadra che senza grinta non va da nessuna parte, ha ragione Marco D' Alessandro quando sostiene che questa è una squadra operaia e continuare a mettere in dubbio l' alle natore non fa che peggiorare la situazione. Sul tradimento dei calciatori siamo più cauti: andare in B è un danno per tutti.
Una squadra operaia che presenta criticità in molti ruoli, e soprattutto lì dove si prendono le decisioni, ovvero in cabina di regia. Del resto anche la Juve sta pagando l'assenza di Pirlo. Bravo Daniele Forceri, ha centrato il punto: chi deve fa re girare il Palermo? Jajalo, Maresca o Brugman? Un bel rebus, tre giocatori diversissimi e nessuno finora ha convinto del tutto. A gennaio il Palermo dovrà muoversi principalmente in questo senso, quattro anni fa ebbe lo stesso problema e l' arrivo di Donati sistemò le cose.
Vero, contro l'Empoli in fin dei conti si sarebbe potuto anche pareggiare. E due errori hanno punito il Palermo. Rosario Mannino ricorda l' ingenuità della barriera rosanero sulla punizione di Saponara: come si può essere così «polli» da saltare tutti insieme? C' è da dire che il trequartista dell' Empoli è stato furbo, anzi geniale. È partito, ha visto che saltavano ed ha calciato rasoterra.
Ci chiediamo perché il Palermo non sappia gestire le punizioni dal limite. Altro errore sottolineato da Rosario Mannino: quello commesso dall'arbitro sulla spallata di Tonelli a Gilardino. Un fallo così a centrocampo lo fischiano mille volte su mille.

Vazquez, croce e delizia. Giuseppe La Barbera e Simone Scalici sono d'accordo: non è una punta. Giuseppe lo vorrebbe regista, ma gli ricordiamo che la prima qualità di un play -maker è l' altruismo. A buon intenditor... Per Simone il fatto che il «Mudo» non sia una punta è un problema. Il vero problema è semmai che il Palermo non ha punte e ne vorremmo avere un altro paio forti come Vazquez. Oggi Iachini è quasi obbligato a giocare con Vazquez più avanzato (cosa che al «Mudo» non piace), l' anno scorso poteva arretrarlo perché c' era Belot ti ma lo faceva solo dirado.
Ifans del «Bar dello Sport» hanno le idee chiare. O quasi. Marcello Seidita affonda la sua delusione nella nostalgia. Ricordare Miccoli e Corini serve a poco, potremmo aggiungervi anche Cavani e Pastore.
E perché no? Ghito Vernazza. Oggi i problemi sono altri. Chi guarda al passato e chi al futuro. Come Salvatore Lo Cascio che spera in Cassini.
L' ottimismo è il sale della vita diceva una vecchia pubblicità, ma se il giovanissimo brasiliano non fa la differenza in Primavera difficile che la faccia in prima squadra.
Sembra che debba mettere su un po' di muscoli, come fece Dybala nei primi anni di milizia rosanero.
Meglio la concretezza e allora ci uniamo (ma lo avevamo già fatto in altre occasioni) all' appello di Gianluca Valenti: dove sono finiti Jajalo e Vitiello? A Federica Sciarelli la risposta.

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