PALERMO. Un bivio per due. Non sappiamo chi tra Beppe Iachini e Rudi Garcia rischi di più. Sappiamo per certo che rischiano entrambi l'esonero. Alle loro spalle ombre di grandi tecnici allungano i loro profili (Guidolin e Donadoni da una parte; Ancelotti, Lippi e Mazzarri dall' altra) e immaginiamo che - se potessero - i due allenatori firmerebbero per un buon pari, in modo affrontare l' imminente sosta del campionato senza troppe tensioni.
Per riordinare le idee e recuperare le forze. La situazione, tuttavia, è nettamente diversa. Iachini è reduce da tre sconfitte di fila (un punto nelle ultime quattro gare), ma si trova ad allenare una squadra modesta, indebolita dalle cessioni di Dybala e Belotti. Una crisi di gioco e risultati aggravata dalle cattive condizioni di forma dei rosa più qualificati: Gonzalez, Vazquez, Lazaar e Gilardino. Quest'ultimo anche oggi sembra destinato inizialmente alla panchina perché non può garantire il prevedibile pressing iniziale.
Garcia ha invece una squadra di primordine, sono arrivati campioni come Dzeko (oggi non giocherà per infortunio e non ci sarà neppure Tot ti) e Salah, ma questa Roma, pur contando sul migliore attacco del campionato (13 gol in sei gare) fatica a imporre la qualità del proprio organico. La sconfitta con la Samp, il pari interno col Sassuolo ma soprattutto il ko in Champions League in Bielorussia hanno rimesso in discussione il tecnico francese. Difeso da Pallotta anche per quanto verrebbe a costare al club l'eventuale esonero (17 milioni) ma in rotta con gran parte del popolo giallorosso.
Per il Palermo è stata una settimana difficile ma nulla al confronto della prossima se dovesse arrivare la quarta sconfitta di fila.
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