Il rendimento e dunque i risultati di questo Palermo non finiscono di stupire. Perchè mai come quest’anno la squadra rosanero è stata costruita in economia, mai come quest’anno ha fondato le sue risorse sul lavoro e non sulle qualità «comprate». In più ribadiamo che per la prima volta la squadra rosa non ha prime donne capricciose e incostanti (pensiamo a Ilicic, per esempio) o gente che passeggia in campo (un nome a caso, Rios). Il grande merito di Iachini, ribadiamo, è quello di avere costruito una squadra vera quasi dal nulla. Dalle ceneri della retrocessione e con qualche innesto non certo di prima fascia. Forse Gonzalez.
Prendiamo il caso di Maresca, voluto fortemente da Iachini a gennaio per ricoprire un ruolo che l’ex juventino non aveva mai fatto. Iachini s’è impuntato ed ha vinto una scommessa difficile. Perinetti avrebbe voluto un altro tipo di giocatore, ma non per sfiducia in Maresca. Avrebbe voluto un giovane, per ripetere l’operazione Belotti-Verre. E già aveva chiuso per Viviani del Latina (classe 1992), di proprietà della Roma. L’intuizione di Iachini è stata che per quel ruolo occorresse un giocatore più sgamato, poi ci vuole anche un po’ di fortuna. Pensate che se Rigoni non fosse stato squalificato sarebbe andato fuori squadra a Milano, dopo avere segnato il gol decisivo col Chievo? Il risultato è che adesso con l’inserimento di Maresca non solo il Palermo gioca meglio, ma gioca meglio soprattutto Rigoni.
Il Palermo si trova davanti a un problema serio. Qualora Muñoz non dovesse firmare le opzioni sono due: cederlo a gennaio per ricavare qualcosa (pensiamo un milioncino) o tenerlo fino a giugno per poi perderlo senza alcun corrispettivo. Il bilancio è pesante, la salvezza è quasi in tasca però tenere Muñoz fino a giugno sarebbe come un messaggio, come provare a conquistare qualcosa in più della salvezza.
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