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Palermo, di troppa difesa si può anche «morire»

Temiamo che Beppe Iachini stia compromettendo il patrimonio di consensi e simpatia che s'era costruito nella scorsa stagione con un grandissimo campionato. Lo temiamo perchè un cambio di allenatore aggiungerebbe confusione alla confusione e non vorremmo rivivere il tourbillon di due anni fa, con cinque ribaltoni che portarono in B.

Non vogliamo andare in B e per questo auspichiamo che il Palermo trovi equilibri stabili con Iachini. Dimenticando quello che è accaduto lo scorso anno in un campionato diverso, quando bastava lo sprazzo di un singolo per risolvere una partita. In serie A non basta, è necessario avere un gioco, una identità, movimenti senza palla, schemi e giocatori che sappiano applicarli.
Il Palermo invece continua a cambiare in base a stati umorali. La Stampa (il giornale di Torino) ieri ha definito i rosa "una squadra neppure allenante", ma Iachini ha negato che l'atteggiamento a Torino sia stato rinunciatario. Beato lui.
Rileviamo dunque forti segnali di confusione nella gestione di una squadra già fragile che avrebbe bisogno di una sola guida lucida, più che di una gestione "assembleare", che tiene conto delle idee del tecnico, dei consigli del presidente, dei suggerimenti del tattico e di chissà chi altro. Speriamo che già da domani contro il Chievo si veda qualcosa di diverso, potrebbe essere l'ultima chance di Iachini che per uno strano scherzo del destino fu sollevato dalla panchina dei veneti proprio dopo una gara col Palermo.
Non abbiamo ricette sicure, del resto non è nostro compito fare le squadre, però troviamo davvero bislacca l'idea che due difensori scarsi ne facciano uno bravo. Non è così: un difensore scarso è un problema in campo, due difensori scarsi sono due problemi in campo.

In più sottraggono un posto a un centrocampista o a un attaccante, a gente che possa «costruire» gioco. Eppure Iachini non ha mai rinunciato alla difesa a cinque, ben sapendo che sugli esterni il Palermo non era forte in B (tanto che per rimediare prese Lazaar e schierò in quel ruolo Stevanovic); figuriamoci se può esserlo in A. Impiegare Pisano e Feddal a Torino per spingere sulle fasce è stato uno schiaffo a chi sperava che il Palermo volesse davvero provare a giocarsela.
Temiamo che Beppe Iachini stia compromettendo il patrimonio di consensi e simpatia che s'era costruito nella scorsa stagione con un grandissimo campionato. Lo temiamo perchè un cambio di allenatore aggiungerebbe confusione alla confusione e non vorremmo rivivere il tourbillon di due anni fa, con cinque ribaltoni che portarono in B. Non vogliamo andare in B e per questo auspichiamo che il Palermo trovi equilibri stabili con Iachini.

Dimenticando quello che è accaduto lo scorso anno in un campionato diverso, quando bastava lo sprazzo di un singolo per risolvere una partita. In serie A non basta, è necessario avere un gioco, una identità, movimenti senza palla, schemi e giocatori che sappiano applicarli.
Il Palermo invece continua a cambiare in base a stati umorali. La Stampa (il giornale di Torino) ieri ha definito i rosa "una squadra neppure allenante", ma Iachini ha negato che l'atteggiamento a Torino sia stato rinunciatario. Beato lui.
Rileviamo dunque forti segnali di confusione nella gestione di una squadra già fragile che avrebbe bisogno di una sola guida lucida, più che di una gestione "assembleare", che tiene conto delle idee del tecnico, dei consigli del presidente, dei suggerimenti del tattico e di chissà chi altro. Speriamo che già da domani contro il Chievo si veda qualcosa di diverso, potrebbe essere l'ultima chance di Iachini che per uno strano scherzo del destino fu sollevato dalla panchina dei veneti proprio dopo una gara col Palermo.

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