PALERMO. In poche settimane dall’euforia (si parlava di Europa se la memoria non ci inganna) alla paura di tornare in B. È bastata una partita, quella di Empoli, per mettere tutto in discussione. Ha pagato Ceravolo, se non va bene col Cesena pagherà Iachini. Purtroppo ci stiamo avviando verso sentieri ben noti, anche la stagione della retrocessione fu segnata da ribaltoni d’ogni genere. Tre direttori sportivi (Perinetti-Lo Monaco-Perinetti), cinque allenatori (Sannino-Gasperini-Malesani-Gasperini-Sannino). Il Palermo non ha imparato la lezione. Più cambi meno certezze dai a una squadra debole, costruita male, che ha una sola grande risorsa da giocarsi per restare in A: la compattezza, lo spirito da sporca dozzina con cui l’anno scorso sbaragliò la B. E di cui Iachini è l’unico mentore. Continuare a mettere in dubbio l’allenatore non aiuta la causa rosanero, a nostro parere. Anche perchè le alternative proposte sono davvero modeste. Da domenica, contro il Cesena, ogni partita sarà quella della vita. Sono finiti i tempi per i progetti a medio e lungo termine. Abbiamo tutti capito che la squadra è modesta, che avversari deboli non ce ne sono. Ogni gara sarà una «guerra», per salvare il salvabile e arrivare al mercato di gennaio con qualche speranza. Il danno è già stato fatto. Pensare che Quaison o Chochev possano salvare il Palermo è da fantacalcio, come è da fantacalcio pensare he questa squadra possa rinunciare a uno solo dei suoi giocatori più forti, ovvero Vazquez, Dybala e Belotti. Semmai il problema è un altro: fare in modo che parlino lo stesso linguaggio. Perchè se gli argentini continueranno a giocare il loro calcio pensando di potere vincere le partite da soli possiamo considerarci già con un piede in B. Sono tanti i problemi che il Palermo deve risolvere per provare a salvarsi. Occorrerebbe un manager forte, esperto e di buon senso. Che viva a contatto quotidiano con la squadra. Invece non c’è nessuno, il vuoto assoluto. Gerolin è un buon osservatore ma non ha mai gestito situazioni complesse come quella del Palermo attuale. E sono tante le situazioni spinose. I contratti di Munoz e Barreto, per esempio. Già due anni fa il Palermo affrontò il campionato col capitano in scadenza. L’intesa, come abbiamo detto, tra Dybala, Vazquez e Belotti, che non è certo perfetta. Questa è una squadra che ha bisogno di serenità e di ritrovare il gusto di giocare insieme. L’esonero di Ceravolo era prevedibile. Resta da capire come e perchè il dirigente di Crotone sia arrivato al Palermo. Eravamo convinti che la sua presenza avrebbe aperto canali con la Juve, con la «scuderia» di Alessandro Moggi e Davide Lippi. Che sarebbe stato uno strumento per portare a Palermo certi giocatori. Così non è stato e allora non ci resta che pensare che Zamparini sia stato abbindolato. Un errore che potrebbe costare molto caro al Palermo.