Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

"Noi forestali lavoriamo su più fronti, ma siamo pochi e i mezzi sono vecchi"

Ammontano a 20 milioni i danni stimati solo a Palermo, ancora nelle altre provincie devono essere quantificati, ma è già molto pensante il parziale bilancio degli incendi scoppiati in questi giorni. Ancora ci sono diversi focolai attivi in Sicilia e i forestali sono impegnati anche nella bonifica di questi luoghi. «Oltre a lavorare per lo spegnimento degli incendi e nella bonifica, ci stiamo occupando anche delle postazioni di vedetta mute, per cui degli operai, smistati in tutto il perimetro della montagna, controllano continuamente gli spostamenti, l’entrata di macchine e mezzi – riferisce Giuseppe Senia, segretario provinciale della UGL Trapani Agroalimentare e membro del Corpo forestale siciliano -. Quello che è successo è dovuto alla mancanza di programmazione e di fondi, perché la forestale sta intervenendo con mezzi obsoleti, senza filtri per i fumi e con pochi uomini. Una macchina che non sta funzionando, manca anche un coordinamento comune. Noi abbiamo la protezione civile, i vigili del fuoco e i forestali che possono intervenire in questi casi, ma manca un coordinatore comune».

Forze in campo e coordinamento

Questi tre corpi dello Stato, infatti, hanno tre mission e riferimenti diversi: i vigili del fuoco interagiscono intorno alle abitazioni, la protezione civile si occupa anche della vegetazione, ma gli unici autorizzati a spegnere gli incendi dentro i boschi sono i forestali oppure chi tra le forze dell’ordine ha questa particolare specializzazione come i carabinieri del gruppo forestale. Laddove ci sono dei compiti precisi manca, però, una visione di insieme che permetterebbe di ottimizzare gli interventi. «Gli unici che gestiscono la situazione sono i Dos, gli ispettori della forestale, che dirigono le squadre, i canadair e mezzi vari. La Regione Siciliana ha pochi Dos e comunque sarebbe necessario un coordinatore delle tre forze in campo, speriamo quindi in una riforma legislativa in tal senso – precisa ancora Giuseppe Senia -. Senza contare la forte carenza di mezzi, noi abbiamo gestito 52 richieste di intervento con tre canadair. Quattro dei nostri erano dislocati in Grecia e purtroppo uno è pure caduto. Vorrei capire come avremmo dovuto fronteggiare in questo modo una forza di fuoco che non avevamo mia visto prima d’ora. È bene precisare, che questi non sono stati normali incendi, è stata l’apocalisse. Adesso i carabinieri del corpo forestale hanno mandato degli ispettori per analizzare quali siano le origini di questi incendi».

La situazione dei forestali

Attualmente tra il gruppo di manutenzione e l’antincendio in Sicilia ci sono 11.000 forestali, da trent’anni non si fanno però assunzioni: «La nostra isola è divisa in provincie e in alcune c’è un altro numero di forestali, come a Palermo, Messina e Catania; nel resto della Sicilia siamo pochissimi, dovremo essere almeno 30.000. Ad esempio, io di base sto ad Alcamo, in cui sono state assunte sette persone per cui adesso siamo 19 ma fino a pochissimo tempo fa eravamo in 12, metti che qualcuno si ammala e qualcuno è infortunato ci ritroviamo ad operare soltanto 6-7 persone alla fine. Dunque, urge una riforma che consenta alla forestale di rimanere pubblica, che cominci ad assumere personale tra le nuove generazioni, non persone di 60 anni, e aumentare le giornate a chi ancora fa 78 giorni di lavoro che è una vergogna».

Il nuovo Contratto collettivo regionale

In cantiere c’è, però, il nuovo Contratto nazionale integrativo lavoratori, il quale a breve dovrebbe essere firmato dalle sigle sindacali e dall’assessore all'agricoltura della Regione Siciliana, Luca Sammartino. Il documento sarà integrato dalla regione in base ai parametri del Contratto collettivo nazionale dell’anno scorso. «Siamo fermi al 2018, ma in questo caso abbiamo solo firmato nuovamente il contratto precedente, questa volta invece ci saranno delle modifiche più importanti come il giorno di ferie pagato l’anno per motivi personali, poi ci sarebbero riconosciuti gli anni di anzianità di servizio, che attualmente sono riconosciuti a quelli che hanno il contratto a tempo indeterminato, ma non a quelli che lavorano a tempo determinato. Non ci può essere, però, un aumento delle ore che può essere determinato soltanto da una riforma regionale. La forestale adesso ha gli operai che lavorano nel settore della manutenzione a 78 giorni, poi ci sono quelli a 101 giorni, altri a 151 giorni e, infine, coloro che lavorano tutto l’anno, ma sono comunque pochissimi, ne trovi uno o due su montagne di 500 ettari. Negli ultimi 20 anni ci si concentra soltanto sugli incendi, quindi, i sottoboschi sono abbandonati. Inoltre, abbiamo anche problemi con i pagamenti. A Trapani non ci possiamo lamentare, ma a Catania non prendono lo stipendio da maggio e a Palermo da giugno. Personalmente sto vivendo queste giornate malissimo, piangendo perché non potevamo fare nulla in alcuni casi. Ho visto morire gli alberi che ho piantato, a cui ho dato l’acqua e tutte le cure necessarie. Per me è come se avessi visto dei figli che vanno via».  

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