La Procura ha chiesto la condanna per 22 persone finite nell’inchiesta in cui furono coinvolti anche ex deputati regionali, un ex consigliere comunale e un ex consigliere provinciale indagati a vario titolo per voto di scambio, peculato, usura.
Al centro della ricostruzione dei pubblici ministeri Amelia Luise e Annamaria Picozzi, c'è Giuseppe Bevilacqua, primo dei non eletti alla carica di consigliere comunale a Palermo alle elezioni del 2012. L’esponente del Pid, il partito di Saverio Romano, avrebbe gestito, per l’accusa, un pacchetto di voti conquistato anche grazie ai suoi rapporti con esponenti di spicco del mandamento palermitano di Tommaso Natale. Per lui sono stati chiesti 12 anni e 6 mesi.
Per la sorella di Giuseppe, Teresa Bevilacqua, sono stati chiesti 5 anni. Ad alcuni politici Bevilacqua avrebbe messo a disposizione le proprie preferenze chiedendo, come corrispettivo, favori, finanziamenti per le proprie associazioni, alcune di volontariato, incarichi professionali per sé e i suoi amici. Per gli ex deputati regionali Nino Dina e Franco Mineo (accusati di corruzione elettorale non aggravata) sono stati chiesti due anni. Per Vincenzo Di Trapani (ex consigliere provinciale) 2 anni e 2 mesi.
“Hanno dimostrato – ha detto il pm Luise - di essere ben inseriti nelle logiche spartitorie di cariche pubbliche per biechi interessi privati, alla cui mercé dimostrano di sottoporre la res pubblica di cui solo dovrebbero perseguire invece gli interessi e hanno dimostrato tale propensione a seguire meri interessi egoistici”.
Queste le altre condanne richieste: Carmelo Carramusa 1 anno, Salvatore Cavallaro 1 anno, Pietro Cosenza 1 anno, Giusto Chiaracane 4 anni, Onofrio Donzelli 1 anno, Giuseppe Antonio Enea 4 anni, Enzo fantauzzo 1 anno, Natale Giuseppe Gambino a 4 anni e mezzo, Giuseppe Genna 2 anni, Salvatore Machì 1 anno, Agostino Melodia 3 anni, Domenico Noto 2 anni, Anna Brigida Ragusa 6 anni, Salvatore Ragusa 2 anni, Pietra Romano 5 anni, Ferdinando Vitale 1 anno, Salvatore Zagone 1 anno e 2 mesi.
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