PALERMO. Sono stati tutti assolti perchè il fatto non sussite gli undici imputati - fra dirigenti ed ex vertici delle Ferrovie dello Stato - accusati di omicidio colposo plurimo. Secondo l'accusa, avrebbero provocato la morte di cinque operai uccisi dall'amianto killer tra il 2007 e il 2009.
Di parere opposto il giudice monocratico che ha assolto Giovanni Coletti, ex direttore generale dell'azienda autonoma Ferrovie dello Stato tra il 1985 e il 1989, Leonardo Vivona, dirigente responsabile del deposito locomotive di Brancaccio, a Palermo, tra il 1990 e 1999, e i capiofficina che si sono succeduti dal 1974 al 1994: Lucio Lombardi, Tommaso Giovenco, Francesco La Ferrera, Isidoro Scianna, Giuseppe Fuschi, Francesco Di Maio, Roberto Renna, Francesco Barbarotta e Giampiero Cardinale.
Secondo uno dei legali, Fabrizio Biondo, “le perizie dimostrano che le Ferrovie dello Stato è stata fra le prime in Italia ad attivarsi per contrastare il fenomeno dell'amianto, ancora prima dell'entrata in vigore della legge nazionale che ne vietata l'impiego”. Ed ancora: gli operai deceduti, prima di approdare alle Ferrovie, avevano fatto il servizio di leva alla Marina militare e poi prestato servizio ai Cantieri navali. “Luoghi dove - conclude l'avvocato - si lavorava a stretto contatto con le polveri di amianto”. Gli imputati, oltre che da Biondo, erano assistiti da Naria Luisa Martorana, Giuseppe Fiorenza e Daria Grimanis.
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