PALERMO. Con minacce e violenze avrebbero imposto il pagamento del pizzo e avrebbero provato a impossessarsi attraverso una propria azienda dei trasporti della merce scaricata al porto. I militari del nucleo investigativo dei carabinieri e del Gico della guardia di finanza di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palermo, Sergio Ziino, su richiesta dei magistrati della Dda che coordinano le indagini sulla parte orientale della città, nei confronti di Giuseppe La Torre, 63 anni e Danilo Gravagna, 36 anni, ritenuti responsabili di estorsioni aggravate dal metodo mafioso commesse nei confronti di un’azienda di trasporti per conto terzi da e per l’estero, operante nel centro di Palermo. I due uomini tratti in arresto sono accusati di aver dapprima (dal 2011 al 2013) costretto l’azienda a pagare 500 euro in occasione delle festività (Natale e Pasqua) e, successivamente (nel settembre 2013), di aver tentato di imporre alla stessa azienda, di affidare tutti i trasporti alla ditta gestita di Gravagna stesso. Dalle indagini, ancora in corso e che costituiscono la prosecuzione dell’operazione “New Gate” (ottobre 2013), è emerso che la ditta già dal 2007 (fino al 2010) pagava il pizzo a esponenti di “Cosa Nostra” poi tratti in arresto nell’operazione Eleio del giugno 2010. Dopo l’operazione, il pagamento del pizzo si era interrotto, per poi riprendere a distanza di un anno, proprio ad opera di La Torre e Gravagna. I due soggetti erano già stati tratti in arresto il 17 ottobre 2013, insieme ad altri 20. Giuseppe La Torre è al vertice di un’associazione dedita alla commissione di furti, rapine, ricettazione, commercio di prodotti con contrassegni falsi, sequestro di persona ed altro. Danilo Gravagna per aver svolto un ruolo rilevante nelle fasi di organizzazione e di esecuzione delle organizzazioni.