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Comune di Palermo, grana da 30 milioni

Decreto ingiuntivo dall’Immobiliare Strasburgo per i canoni arretrati di scuole e uffici. Dal comando dei vigili urbani al giudice di pace: ecco quali sono gli edifici grana da 30 milioni

PALERMO. Mazzata agostana. E che mazzata. Oltre trenta milioni di euro sull’unghia: decreto ingiuntivo del tribunale arrivato il 5 agosto a Palazzo delle Aquile. Chiesto e ottenuto dalla società Immobiliare Strasburgo al Comune, che occuperebbe da moroso «di lusso» palazzi e locali adibiti a scuole — questi i più «battuti» dalle cronache negli ultimi anni — ma pure a uffici e importanti sedi di rappresentanza istituzionale, e non solo per l’amministrazione di Palazzo delle Aquile. Parliamo, soltanto per citarne alcuni, scrive il consiglio di amministrazione della società, del comando della Polizia municipale in via Dogali, dell’elegante palazzo che ospita il giudice di pace e quello della Procura in via Villareale, dell’autoparco degli stessi caschi bianchi in via degli Emiri, degli uffici dell’Annona in via Ugo La Malfa, del complesso amministrativo di via Fattori a San Lorenzo. Il nuovo decreto ingiuntivo è immediatamente esecutivi se il Comune non farà opposizione, chiedendo così la decisione ordinaria del giudice civile, entro 40 giorni. Lievito «madre» dei trenta e più milioni, spiegano i legali della società — che è in amministrazione giudiziaria e titolare dell’immenso patrimonio immobiliare confiscato in seguito alla condanna per mafia del precedente proprietario, l’imprenditore Vincenzo Piazza — il contenzioso lungo 5 anni sui canoni arretrati e le indennità di occupazione. Cioè i soldi dovuti anche dopo lo spirare dei contratti e commisurati sempre al prezzo di locazione. La confisca era stata una delle più cospicue della storia, con ciirca 500 immobili passati allo Stato. Quei 30 milioni erano «appena» 12 nella precedente richiesta datata ottobre di 4 anni fa, ma la cosa è andata avanti, malgrado la resistenza del Comune sulla scorta della tesi che una bella fetta di quei beni, trenta quanto i milioni del nuovo salasso alle viste, sono stati affidati esattamente un anno fa definitivamente al Comune dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Sono le scuole, 16, articolate in sedi centrali e succursali, che meritano una trattazione a parte. Vero è, infatti, che l’assegnazione è avvenuta, ma si tratta di un’acquisizione (che vale risparmi sui canoni di circa 2 milioni all’anno) che, fanno intendere i legali sottolineando l’ovvio, non vale certo ex tunc, cioè «da sempre». L’atto formale di acquisizione, infatti, reca la data del 29 luglio 2013, e sono i canoni non pagati fino a quel giorno che ora l’Immobiliare Strasburgo vuole recuperare.
Quanto agli altri edifici, non esisterebbe neppure il nodo dell’assegnazione per la richiesta della società, che poggia sulla cessazione della maggior parte dei pagamenti nel 2008. Alcuni edifici hanno contratti più recenti, come la nuova sede del giudice di pace di via Cavour, di fronte alla Banca d’Italia: la stipula risale al 2005. Per la maggior parte del patrimonio affittato, il Comune pagava comunque i canoni fin dal 1996. Silenzi agostani quanto a repliche. È tempo di ferie ed è pure domenica. L’assessore al Bilancio Luciano Abbonato attende di «ricevere materialmente l’atto» e attenderà probabilmente qualche giorno prima di dire la sua, mentre sono vani i tentativi di raccogliere impressioni o strategie da parte del ragioniere generale Carmela Agnello. Appare tuttavia sicuro che l’amministrazione comunale si opporrà a quello che sarebbe un vero salasso mortale. Il tempo c’è: il termine per fare opposizione al decreto ingiuntivo, vista l’impasse estiva, inizierà a decorrere il 15 settembre.

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