PALERMO. Due donne normali che stavano trascorrendo qualche giorno in quell'albergo di via Archirafi. Poi la madre che arriva in portineria e chiede aiuto, l'inizio del dramma. La stanza al secondo piano dell’hotel Archirafi è stata sigillata dagli inquirenti in attesa degli sviluppi delle indagini sulla tragica fine di Elisabetta Cipresso. Nella camera dell’albergo, finita sotto sequestro su ordine della magistratura, ci sono ancora grandi macchie di sangue e c’erano farmaci da sala operatoria che gli investigatori hanno preso in consegna. Nell’hotel di via Lincoln Anna Cipresso e la figlia erano arrivate il 14 luglio. Anna ed Elisabetta Cipresso vengono descritte come due donne normali, che conducevano apparentemente una vita regolare. «La madre è arrivata in portineria e ha chiesto aiuto - aggiunge il titolare dell’hotel -. Abbiamo avvisato i carabinieri e qui sono arrivate diverse pattuglie. La donna era già morta. Aveva perso molto sangue. Gli investigatori hanno compiuto un sopralluogo nella camera e poi si sono appartati con la signora Anna Cipresso. Da quel momento non abbiamo saputo più nulla». ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI.