PALERMO. Intercettate dalla polizia alcune frasi pronunciate dai tre lavoratori della Gesip arrestati per danneggiamenti, interruzione aggravato di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Ecco alcune delle conversazioni: «Tanto u cuteddu pu manico nuatri l’aviemu», «Ormai ci am’a ghiri a rumpiri i cuorna, ca iddi i picciuli un l’hannu a tuccare», «Ce ne andiamo da Orlando e ci diciamo che ci dà qualche milione dei soldi che avanza la Gesip, i va pigghia e nni runa...Io dico, per ora nni runi chisti e poi iamu a fari l’avutra guerra».
Intanto, l'amministrazione comunale si costituirà parte civile nel processo. "Non possiamo che ringraziare - afferma il sindaco Leoluca Orlando - per il lavoro di indagine fatto dalla Procura di Palermo, dalla Questura e dalla Digos per assicurare il rispetto della legalità e dell'ordine pubblico di fronte ai comportamenti illeciti di un gruppo organizzato di dipendenti Gesip che ha messo in grave pericolo l'incolumità delle persone e i beni pubblici e che si proponeva di farlo anche in futuro". "Confermiamo - prosegue Orlando - la condanna più volte espressa da parte dell'amministrazione comunale a nome di tutti i palermitani. La città non può essere tenuta in ostaggio dai comportamenti criminali di piccoli gruppi di facinorosi". "La Gesip e il settore risorse umane del Comune - conclude il sindaco - ha adottato e adotterà ogni conseguente provvedimento sanzionatorio nei confronti degli imputati".
Inoltre, gli arrestati si lamentavano di alcuni atteggiamenti di uno di loro stessi. «Madonia fa troppo manicomio, nni puorta a mali cuosi u Madonia». A dirlo, parlando di Francesco Madonia, è Salvatore Spatola. E, visto che entrambi i dipendenti Gesip, col loro collega Giacomo Giaconia, sono stati arrestati martedì, forse non sbagliava poi tanto.
Gli indagati avrebbero nutrito disprezzo anche per altri gruppi di colleghi che - sostiene l’accusa - avrebbero tentato di emulare i loro gesti violenti. Sempre Spatola sulla protesta inscenata da alcuni di questi manifestanti: «Ti ricu i personaggi ca c’eranu ddarinza... La crème crème, vulievanu parrari cu De Almagro (ex dirigente Gesip, ndr), poi chidda Rosalia si misi ca ca carta, vulieva rari fuoco, vulieva abbruciari tutte cose».