PALERMO. Nessuna sorpresa: Francesco Giambrone è ritornato sulla poltrona più alta del Teatro Massimo, abbandonata nel 2002 quando diede le dimissioni dopo l’arrivo di Cammarata sindaco, che gli chiese di rimanere fino a fine mandato. Dopo Giambrone, arrivò il baritono Claudio Desderi, poi Pietro Carriglio. E si arrivò all’era Cognata, allo scontro con il sindaco Orlando che invocò un commissario, inviato dal Ministero. Il prefetto Fabio Carapezza Guttuso ha guidato il teatro per 18 mesi, ma adesso al Massimo si attende con trepidazione Giambrone. Che oggi alle 12 salirà lo scalone del Basile, ma si insedierà soltanto dopo il Festino e le dimissioni da assessore. «Le cose vanno fatte con dedizione totale – sorride il nuovo sovrintendente - onoro l’impegno del Festino, ma già il giorno dopo sarò al Massimo». Che ha lasciato nel 2002, sono passati dodici anni. «Il Massimo ha bisogno di ritornare a puntare su qualità ed eccellenza, con una ferma guida sui conti che devono essere in ordine. Ha un vulnus che va risolto rapidamente, ovvero la mancanza di un direttore musicale». E di un direttore artistico, che dodici anni fa era il compositore Marco Betta. «Ci penseremo, sarà di certo un musicista, ma il binomio con il sovrintendente non è più forte come era allora. Credo che serva innanzitutto una fase di ascolto importante: io ritorno con lo spirito di chi va a scoprire come sta realmente il teatro, parlare con chi lo fa ogni giorno. Affronteremo il problema delle giornate di apertura e della sala piena, la ricerca del pubblico giovane. Il teatro deve recuperare la funzione popolare, in senso nobile, del teatro d’opera, deve scrollarsi di dosso la polvere e la dimensione elitaria, meno puzza sotto il naso e più teatro vivo». Resta il piacere di tornare. «In un teatro in cui ho fatto alcune delle cose più belle della mia storia professionale – chiude Giambrone, dal 2006 al 2010 alla guida del Maggio Fiorentino - Al Massimo avevo lasciato pezzi significativi della mia vita: oggi li recupero». Al neo sovrintendente arrivano gli auguri dell’assessore Stancheris che si dice «felice e soprattutto sollevata alla notizia della nomina. Con Giambrone si aprono prospettive concrete rispetto al quel processo di internazionalizzazione necessario per il consolidamento e il rilancio delle attività culturali». Giambrone è il primo sovrintendente in Italia nominato dal ministro Franceschini seguendo il nuovo percorso del decreto “Valore Cultura”. Nel frattempo al Comune si aprono i giochi della successione di Francesco Giambrone. I nomi si inseguono, il sindaco dribbla la domanda, lo stesso neosovrintendente non risponde. Nelle scorse settimane si era fatto il nome di Manlio Mele e della giovane Cristina Alga, alla guida dell’ecomuseo del mare. Ma anche di Roberto Alajmo, oggi alla guida del Teatro Biondo, anche se il più accreditato resta Giuseppe Marsala, uomo di Giambrone, direttore dei Cantieri della Zisa, da sempre vicino alla giunta Orlando. Se la nomina dovesse andare in porto, si aprirebbe anche la partita dei Cantieri: e qui si fa il nome di Mela dell’Erba, costumista e scenografa che, oltre ad essere una delle anime del Teatro Garibaldi, ha lavorato per il rilancio di Zac.