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Omicidio Bosio, assolto il capomafia Antonino Madonia

PALERMO. La corte d'assise di Palermo ha assolto il capomafia Antonino Madonia dall'accusa di avere ucciso il medico Salvatore Bosio, assassinato il 6 novembre 1981 a Palermo. Il pm Vittorio Teresi aveva chiesto la condanna del capomafia all'ergastolo. Durante la requisitoria, Teresi ha ripercorso le numerose testimonianze dei pentiti che accusano Madonia del delitto di Sebastiano Bosio (e non Salvatore come scritto in precedenza). Secondo il teste Massimo Ciancimino che sarebbe venuto a conoscenza del movente del delitto dal padre Vito «tutta la mafia della zona era interessata agli appalti sia per l'edilizia sia per la fornitura di macchinari e strumenti medici. Bosio si era opposto ad alcune segnalazioni dell'onorevole Salvo Lima per gli appalti».


Altri moventi, secondo i pentiti, avrebbero spinto Cosa nostra a eliminare il primario della Chirurgia vascolare del Civico: per Marino Mannoia, «Pietro Fascella, uomo d'onore della
mia famiglia (Santa Maria di Gesù, ndr) ferito a un piede, era stato curato grossolanamente dal Bosio. Il piede andò in cancrena; anche Vittorio Mangano era stato operato da Bosio alle gambe per problemi circolatori e si lamentava per le cure ricevute». Anche secondo il collaboratore Francesco Di Carlo, «Bosio - ha raccontato - si era accanito a operare un certo Pietro o Pino Fascella che era stato colpito da un proiettile a un piede, e gli fu amputato. Secondo i mafiosi non c'era bisogno di amputarglielo, il dottore lo avrebbe fatto perchè era contro Cosa nostra».  Quello che è emerso dal processo, come ha ricordato anche il pentito Francesco Onorato è sostanzialmente che «Bosio non era un medico a disposizione di Cosa nostra». A me lo disse  Salvatore Micalizzi, al bar Singapore - ha affermato -. A ucciderlo fu Nino Madonia. Infatti Micalizzi mi disse: u dutture si futtio u dutture (il dottore ha ucciso il
dottore). Perchè Nino Madonia veniva chiamato il dottore per la sua cultura".


Il processo a Madonia è iniziato nel 2011 dopo la richiesta di rinvio a giudizio del pm della Dda Lia Sava, avanzata a seguito della perizia dei carabinieri del Ris sui proiettili utilizzati dai sicari. L'arma che fu usata per uccidere Bosio, una calibro 38, sarebbe infatti la stessa che sette mesi dopo, il 5 giugno 1982, fu utilizzata dal killer per uccidere due meccanici della borgata palermitana Passo di Rigano, Francesco Chiazzese e Giuseppe Dominici. Per quel duplice omicidio, Madonia è stato condannato.

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