PALERMO. Dieci giorni fa aveva partecipato a un flash-mob davanti a Montecitorio per reclamare lo stop ai vitalizi agli ex politici condannati per mafia. Ma nel 2012 Pietro Franzetti avrebbe contrattato con uomini della mafia l'acquisto di un pacchetto di voti: non gli servirono però per essere eletto consigliere comunale nella lista dell'Udc. Per questo Franzetti avrebbe espresso la sua contrarietà parlando con i suoi interlocutori in alcune telefonate intercettate nell'ambito dell'inchiesta Apocalisse sulle cosche di San Lorenzo. Franzetti avrebbe ricordator al telefono di avere pagato 13 mila e 200 euro. Procacciatori di voti sarebbero stati Lorenzo Flauto, Francesco Graziano, Vincenzo Russo, Massimiliano Ammirata e Gaetano Ficano. La delusione più cocente veniva da San Lorenzo dove Franzetti, malgrado l'interessamento dei boss, non aveva raccolto neanche una preferenza. «... Ma proprio zero, ma come è potuto essere, San Lorenzo è zero». Graziano aggiungeva: «San Lorenzo.... minchia mi pareva più semplice la cosa». Richiamando i risultati di altri quartieri, Flauto osservava: «Qua, secondo me, c'è stato chi ha fatto, me lo paghi a me e magari... e glielo hanno dato ad altri...invece di darlo praticamente a me». Franzetti, che si qualificava come imprenditore antiracket, aveva scelto nella sua attività politica una linea di rigore contro la corruzione apprezzata nel suo profilo Facebook da alcuni amici. Ora per lui è scattato il divieto di dimora a Palermo. L'Udc in una nota fa comunque sapere che l'imprenditore aveva fatto negli ultimi tempi altre scelte politiche, «come risultata dalla sua attività sui social network».
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