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Stipendi gonfiati al Coime: 3 anni di indagini, la gestione ai raggi X

PALERMO. Migliaia di pagine, fogli, passaggi di somme, voci più o meno regolari. Per mesi una task force voluta dall’allora ragioniere generale, Paolo Basile, ha passato ai raggi X montagne di documenti direttamente imputabili al lavoro dei nove addetti (anch’essi del Coime) alla contabilità del personale e degli altri due funzionari sospesi nel mese di aprile del 2011. Un’attività certosina e lunga perché sotto esame finirono anche le «carte» che si riferivano agli anni precedenti. Passo indietro necessario per verificare da quanto tempo era andata avanti l’allegra gestione di stipendi, ferie, buoni pasto e calcolo del Tfr.
Tutti i risultati dell’indagine interna furono inviati, con i relativi allegati, alla Procura della Repubblica e a quella della Corte dei Conti. Sui personaggi coinvolti, nel frattempo sospesi dall’incarico e sostituiti da altri funzionari comunali, oltre all’inchiesta disciplinare adesso sono arrivati i risultati di quella penale.
L’inchiesta è stata lunga e complessa non solo per la montagna di documenti scandagliata dagli inquirenti, ma anche per il numero di persone coinvolte. I lavoratori, in realtà, nel loro complesso non c’entrano. Del resto è difficile potere affermare che ciascuno dei 1.122 dipendenti fosse a conoscenza degli «errori» sulla busta paga. Però era necessario dimostrare, ad esempio, che sulle ferie non godute e rimborsate il lavoratore non era a conoscenza del numero esatto di giorni di vacanza che gli toccavano per contratto.
Quelli del Coime, sigla che si scioglie in «coordinamento interventi manutentori edili» e che costano allo Stato oltre trenta milioni di euro all’anno, fanno parte delle maestranze che furono inglobate nel famoso dl 24, una legge appositamente votata per dare una risposta alla fame di lavoro che negli anni Ottanta pervase Palermo dopo la chiusura di molte imprese edili che chiudevano sotto i colpi delle inchieste antimafia. Trovarono così una collocazione scalpellini, «basolatori», imbianchini, «indoratori», falegnami, ebanisti, carpentieri, muratori. Figure professionali utilissime per tutte le attività di manutenzione e restauro di ville, scuole, edifici pubblici e palazzi monumentali. Proprio nell’anno in cui scoppiò la grana delle buste gonfiate cadeva l’anniversario numero 25 di quella operazione.

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