Palermo

Martedì 26 Novembre 2024

Palermo, non risponde al censimento e risulta morta

PALERMO. Tre quarti di secolo di operosa, indubitabile esistenza. E non sentirli proprio, causa “sparizione” dai registri dello stato civile del Comune. La storia è di quelle gustose, che si voglia cogliere il sapore dolce del lieto fine promesso dall'assessore con delega ai Servizi anagrafici, Giusto Catania, oppure quello amaro dell’incredulità e delle traversie burocratiche della signora Giuseppa Alì, che martedì scorso si è presentata allo sportello di viale Lazio, accompagnata da un familiare. La signora esce infatti poco di casa: ha vissuto praticamente tutta la vita fra le mura domestiche, come collaboratrice, cuoca e baby sitter di una famiglia palermitana fin dalla nascita dei figli, oggi sessantenni. Una persona di famiglia, dicono i suoi datori di lavoro di sempre. All'impiegato allo sportello ha chiesto di rinnovare la carta di identità scaduta da poco, e si è invece trovata protagonista di questo “Fu Mattia Pascal” versione 2.0. Con variazioni sul tema, prime fra tutte la sorpresa e la causa di questa morte civile apparente, che possiede tutte le tinte del grottesco, capaci di trasformare la virtù amministrativa dei Servizi anagrafici in un colpo di spugna. «Incredibile ma vero, e soprattutto, per fortuna, possibile e spiegabile – dice infatti l'assessore Giusto Catania. - Il paradosso è che si tratta di un intoppo dovuto all'efficienza della macchina anagrafica, che fra i suoi obiettivi aveva assunto quello dell'eliminazione in un biennio del disallineamento fra i dati dell'ultimo censimento, svoltosi nel 2011, e i registri dello stato civile».
Parrebbe, infatti, che la signora, che ha 74 anni e da 60 presta servizio nella casa nella quale risiede, non abbia “risposto” alla compilazione e all'invio di carte e questionari del censimento. Per inciso, ad aumentare lo stupore, la vicenda si aggiunge a un altro atto della serie “incredibile ma vero”, del quale era stata poco prima protagonista la stessa famiglia. Che improvvisamente si è ritrovata con... un defunto in più e un vivo in meno. Alla morte, accaduta di recente, della padrona di casa, della quale Giuseppa era stata badante per più di mezzo secolo, al cimitero di Sant'Orsola i parenti sono stati infatti costretti a far scoperchiare la tomba di famiglia: i funzionari comunali, infatti, sostenevano che i sei posti fossero tutti occupati. Non era vero, il funerale si è svolto regolarmente, con grande sollievo dei familiari.
Catania sottolinea comunque la portata del disallineamento dei dati anagrafici in passato e dei loro “costi” in termini amministrativi: “Nessuno può sfuggire al censimento, anche se questo non è assolutamente il caso della signora, che non ha agito di proposito. Prima del 2011 nei registri risultavano 30-35 mila cittadini residenti in più di quelli censiti, numero che per fortuna decresceva considerati i decessi in corso di registrazione». L'assessore, infine assicura la serena conclusione della vicenda: «La procedura prevede l'invio, nei prossimi giorni, dei vigili nell'abitazione dove vive la signora, per certificare l'effettiva residenza. Quindi la situazione sarà sanata agevolmente».

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