PALERMO. È arrivata al porto di Palermo alle prime luci della mattina la nave «Etna» con a bordo 767 migranti, soccorsi in diverse operazioni nel Canale di Sicilia. Tra di loro anche 68 minori e 15 feriti gravi trasferiti subito in ospedale, oltre ai 39 superstiti dell'ultimo naufragio avvenuto davanti alle coste libiche e alle 10 salme dei migranti morti durante la traversata.
C'è chi ha perso un braccio e chi è rimasto gravemente ustionato dal carburante, molti avrebbero anche la scabbia. A bordo, secondo quanto si è appreso, durante la navigazione sarebbero stati vissuti momenti di forte tensione perchè tra i superstiti vi sarebbero alcune persone che hanno perso i loro cari. Le operazioni di sbarco sono appena iniziate.
Secondo una prima stima, gli immigrati provverebbero in buona parte dal Mali, Guinea, Costa d'Avorio e Ghana. Sul posto una task force composta da prefettura, protezione civile, Asp, Comune, Croce rossa, Caritas e i volontari di diverse parrocchie.«Siamo pronti ad accoglierli - dice Antonio Candela commissario dell'Asp 6 - Abbiamo tre triage per visitare e assistere i profughi». La maggior parte degli immigrati, circa 550, dovrebbe essere accolta tra il centro di accoglienza della Caritas e diverse parrocchie della città.
LE 10 SALME SUL MOLO. Dalla nave militare Etna sono state portate sul molo del porto di Palermo le bare con le 10 salme (sette sono donne) recuperate dopo l'ultimo naufragio ieri davanti le coste libiche. Sono bare semplici costruite con tavole di abete chiaro. Le bare sono state prima sistemate sul molo poi sono state trasferite sulla nave e sono state poi riportate giù con le salme. Sull'unità da rifornimento militare si trovano 767 migranti: 653 uomini, 46 donne e 68 minorenni. Quattro profughi che si sono ustionati durante il naufragio del gommone sono stati portati nell'ospedale Civico palermitano. I migranti saranno accompagnati in centri Caritas e nei locali di alcune parrocchie cittadine. Sul molo ad assistere alle operazioni di sbarco ci sono anche il prefetto Francesca Cannizzo e il sindaco Leoluca Orlando.
SCABBIA E SOSPETTI TURBERCOLOSI. «Sono già trenta i migranti arrivati sulla nave Etna ricoverati negli ospedali palermitani». Lo dicono i medici del 118 che stanno visitando insieme ai medici dell'azienda sanitaria i 767 profughi arriva stamani a Palermo. «Tra questi - aggiungono - ci sono alcuni ustionati ricoverati al centro ustioni del Civico. Alcuni casi di scabbia e altri ancora con sospetti di tubercolosi. Per alcuni è stato necessario il ricovero perchè arrivati disidratati».
L'INCHIESTA DELLA PROCURA. La procura palermitana ha aperto un fascicolo d'indagine sul naufragio avvenuto davanti le coste libiche di un gommone con circa 90 persone a bordo di cui solo una quarantina sarebbero stati salvati. Dieci sono stati i corpi delle vittime recuperati. I superstiti e le salme sono stati portati oggi a Palermo dalla nave militare Etna. Gli inquirenti interrogheranno i migranti superstiti per capire chi pilotava il gommone e se lo scafista si sia salvato e chiarire quante persone vi erano a bordo per comprendere quindi le reali proporzioni del naufragio. C'è da chiarire anche la possibilità che un altro gommone, partito forse contemporaneamente a quello di cui vi è la certezza del naufragio, si sia inabissato provocando altre decine di morti. La voce sarebbe stata rilanciata ieri dal sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini ma finora non ha trovato conferme ufficiali.
LETTI NELLE CHIESE. A Palermo numerose chiese sono state svuotate e al posto delle panche per i fedeli e dell'altare sono stati sistemati lettini per i migranti giunti oggi e nelle scorse settimane. La chiesa sconsacrata di San Carlo, dov'è annesso il centro Caritas Santa Rosalia, tra statue di santi, stucchi e mosaici e colonne di marmo è stata occupata da decine di brande dove i volontari hanno sistemato i profughi. Nel centro oltre ai sessanta extracomunitari giunti oggi viene dato rifugio a indigenti e vengono preparati circa 200 pasti per palermitani poveri. Anche la ex scuola di villaggio Ruffini è stata riempita da letti e vengono ospitate circa 200 migranti, tutti uomini, provenienti da Ghana, Mali, Nigeria, Gambia.