PALERMO. Le mani della mafia erano arrivate anche alla squadra di calcio locale. Lo racconta il pentito Rosario Flamia che, con le sue dichiarazioni, ha consentito il fermo di 31 tra boss e gregari del clan bagherese. «Comunque fino al suo arresto - racconta il collaboratore di giustizia - il proprietario della squadra era Nicola Eucaliptus (capomafia di Bagheria, ndr). All'arresto, quello che si occupava poi della squadra, più che altro per fregarsi i soldi, era Carmelo Bartolone. Facevano fare fatture di sponsor.. per esempio alla Conad sponsor due milioni, duemila euro e.. però 'sti soldi non andavano alla società, ma andavano nella tasca della famiglia mafiosa di Bagheria, anche se poi ci sono state delle lamentele che più che nelle tasche della famiglia mafiosa di Bagheria andavano nelle tasche di Bartolone». Flamia racconta anche che in occasione di una partita tra il Gela e il Bagheria la mafia cercò di corrompere gli avversari per fare vincere la sua squadra. «La società Bagheria - dice - ha comprato la squadra Gela per vincere la partita, i giocatori del Bagheria però si sono venduti la partita e in questa circostanza Eucaliptus ha minacciato diversi calciatori con la pistola dentro gli spogliatoi».