Palermo

Venerdì 20 Settembre 2024

Palermo, raid in casa a Bonagia È caccia alla banda di rapinatori

PALERMO. Priorità assoluta alla caccia dei rapinatori. L’obiettivo degli investigatori è quello di fermare quello che da tempo è ormai un fenomeno, cioè le rapine in appartamento. Con le vittime che non solo hanno a che fare con la perdita di denaro e oggetti, ma che sempre più spesso devono subire delle violenze fisiche.
Come nel caso dei due coniugi legati nella loro casa di Largo La Martora, nel quartiere Bonagia, da quattro rapinatori, che prima hanno immobilizzato la moglie, bloccata mentre usciva da casa, e poi il marito. I malviventi cercavano una cassaforte, che non c'era, e denaro, trovando soltanto 70 euro nel portafogli dell'uomo. I quattro sono poi fuggiti quando un vicino di casa ha insistentemente bussato alla porta. Le indagini della polizia continuano senza sosta: ieri l’appartamento è stato ispezionato in lungo e in largo dagli uomini della Scientifica, alla ricerca di qualche elemento utile per risalire all’identità dei rapinatori. Persone imbavagliate, legate e qualche volta anche picchiate per pochi spiccioli, come è successo nel caso dei coniugi di via la Martora, ma nemmeno questa eventualità sembra fermare chi è deciso a compiere questi «raid».
Anche perchè, e questo sembra essere chiaro alla luce degli ultimi eventi, i malviventi non sembrano fare alcuna distinzioni tra i vari ceti sociali. Ovvero: le rapine violente in appartamento le subiscono tutti, dal facoltoso imprenditore all’anziano che vive solo con la sua pensione. La crisi senza dubbio ha accentuato il problema, spingendo sempre più persone ad unirsi in gruppo per «avventurarsi» in azioni di questo tipo, ma questa è una giustificazione solo parziale al problema. Le forze dell’ordine, in quest’ultimo anno, hanno compiuto varie operazioni con un numero di arresti sicuramente maggiore rispetto al 2013: segno che l’attività di prevenzione e controllo sta funzionando ma che ancora molto c’è da fare. Tra il mese di aprile e la prima metà di maggio solo la polizia ha arrestato otto rapinatori.
Ha fatto scalpore soprattutto il caso della banda dei «finti finanziari», malviventi che si travestivano da forze dell'ordine, preferibilmente da finanzieri, per mettere a segno rapine in abitazioni e negozi della zona di Partinico, e con quest'accusa tre palermitani sono stati arrestati dalla polizia.
I provvedimenti, eseguiti dagli agenti della sezione «antirapine» della squadra Mobile, riguardano Vincenzo Sparacio di 25 anni, Mariano Parisi di 44 e Vincenzo Vassallo di 37 anni. Sono accusati di una serie di violente rapine, lesioni aggravate e falso materiale. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini la banda sarebbe composta da cinque persone ma due dei complici non sono stati ancora individuati.
Solo tre giorni fa invece l’arresto di quattro persone per una maxi rapina in casa di un noto commercialista, avvenuta nel 2013 in via Sant’Agostino, nel centro storico. Il bottino, quella volta, fu di circa centomila euro tra oggetti di antiquariato, contanti e gioielli. I poliziotti del commissariato Oreto al termine di lunghe indagini coordinate dalla Procura arrestarono Diego Calandra, 32 anni, Gaspare Lo Giudice, 36 anni, Emanuele D'Alessandro e Giuseppe D'Alessandro, 22 anni, tre dello Zen uno della zona di Baida.
Per contrastare questo genere di reato, da tempo la polizia raccomanda la massima prudenza quando si sente suonare il campanello di casa. Qualche consiglo, sempre utile in questi casi: guardare dallo spioncino, non aprire mai a chi si accrediti quale dipendente di ente od associazione se prima non ci si accerti telefonicamente con l'ente stesso, se lo stabile è munito di servizio di portierato, utile invitare lo sconosciuto a farsi accompagnare dal portiere, aprire, eventualmente, solo uno spiraglio della porta senza togliere il gancio o la catena di sicurezza, chiamare, al minimo sospetto, il 113, non mandare ad aprire la porta bambini, a meno che non ci sia certezza sull'identità di chi suona.

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