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Merce falsa a Palermo, sequestrati oltre 22mila articoli

PALERMO. A seguito di un’ampia azione investigativa sul territorio, la Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto un intero deposito di merce falsa all’interno del quale erano custoditi oltre 22.000 articoli di pelletteria, abbigliamento ed etichette assortite.

Il deposito era costituito da un appartamento sito nel cuore del quartiere di Ballarò, privo di alcuna autorizzazione per l’utilizzo commerciale e volutamente scelto dai contraffattori in quanto allocato in una zona difficilmente penetrabile dalle forze dell’ordine.

Al momento dell’ingresso nel magazzino, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo si sono trovati di fronte a un vero e proprio bazar: un assortimento di borse dalle molteplici fogge, scarpe, cinture di note marche tra cui Gucci, Prada, Hogan, Chanel e Louis Vuitton, Blauer pronte per essere smistate ai venditori al dettaglio ma anche etichette utilizzate per trasformare degli anonimi capi di abbigliamento in articoli griffati.

Si tratta del quarto caso di laboratorio clandestino scoperto a Palermo dall’inizio dell’anno e conferma il cambiamento di strategia dei sodalizi criminali attivi nel settore che rispetto al passato, quando si rifornivano di merce contraffatta del tutto rifinita da altre Regioni italiane, hanno ritenuto più vantaggioso dal punto di vista economico spostare in loco una parte della produzione, riducendo parimenti il rischio di essere controllati dalle Forze dell’Ordine durante il trasporto.

L’enorme quantitativo di merce sequestrata, era già stato impacchettato in appositi involucri, pronti per essere ceduti ai venditori al dettaglio e destinati a essere immessi sul mercato del falso palermitano, anche in vista dell’imminente stagione estiva, per un guadagno complessivo di oltre 200 mila euro.

Il deposito clandestino è risultato gestito da un senegalese di 34 anni, che, denunciato alla Procura della Repubblica per i reati di fabbricazione e commercializzazione di materiale contraffatto nonché per ricettazione, rischia pene che vanno dai due agli otto anni.

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