Palermo

Mercoledì 27 Novembre 2024

Palermo, a Boccadifalco il sogno di un piccolo orto urbano

PALERMO. L’anno scorso le erbacce cresciute a dismisura presero fuoco condannando a morte una povera cagnetta che aveva scelto quel luogo come rifugio.
Oggi quel giardino, difronte all’aeroporto di Boccadifalco, continua ad agonizzare nell’incuria e nell’indifferenza. Ma Domenico Genovese, residente del quartiere, ha un sogno: quello di vedere rifiorire il terreno abbandonato.
«Potrebbe essere un luogo di rinascita – spiega –, in cui coinvolgere giovani disoccupati per piantare alberi e ortaggi. Si potrebbe pensare a un piccolo orto urbano. Ma non solo. Si potrebbe prevedere anche un’area per i cani del quartiere in memoria di quella cagnetta morta carbonizzata».
Genovese ha deciso, così, di rispondere alla campagna «Ditelo anche a noi», lanciata dalla trasmissione radiotelevisiva «Ditelo a Rgs», e ha inviato un sms al numero 335 87 83 600 (attiva anche l’email ditelo@gds.it) per chiedere al Comune di poter ricevere in adozione lo spazio ed essere uno dei protagonisti del progetto dei «Giardini condivisi».
L’avviso, pubblicato dall’amministrazione comunale, prevede la stipula di convenzioni con associazioni o gruppi di cittadini, senza scopo di lucro, in aree di proprietà comunale. «Devono essere individuate - si legge nel documento - tra le zone destinate, dallo strumento urbanistico vigente, a verde pubblico ed essere già impiantate a giardini».
In poche parole, devono essere piccoli spazi già dedicati al verde, ma che non sono adeguatamente mantenuti dall’amministrazione pubblica.
Le richieste possono essere presentate all’ufficio Verde, arredo urbano, parchi e riserve del settore Ambiente, presso le ex Scuderie Reali in viale Diana, all’interno del parco della Favorita.
Previste convenzioni della durata minima di un anno sino a un massimo di tre.
Settimana dopo settimana, le richieste dei cittadini si sono moltiplicate, coinvolgendo non solo giardini e villette, ma anche beni monumentali.
Sono una decina, in tutto, le domande inviate sino ad oggi da parte di associazioni o gruppi di cittadini che chiedono di partecipare all’avviso. E anche se alcune delle aree chieste in adozione non hanno le caratteristiche per poter far parte del bando, a spingere tutti i richiedenti è un obiettivo comune: poter trasformare un luogo vissuto come «terra di nessuno», in una zona di condivisione.

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