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Mondello, nuovo scontro sulle cabine

L’Italo-belga ha piazzato le prime «capanne» di supporto ai lidi attrezzati. Ma non sono state autorizzate dallo Sportello comunale per le Attività produttive

PALERMO. L’Italo-belga ha aperto la stagione in grande stile, offrendo il Primo maggio l’ingresso gratuito nelle spiagge attrezzate Valdesi, Sirenetta e Stabilimento. Lidi molto meno densi, per numero di cabine, rispetto ai tradizionali cortili, ma pur sempre corredati di maxi-spogliatoi in colori pastello. Ebbene anche questi, secondo lo Sportello unico per le Autorità produttive, non sono autorizzati. E quindi, a rovinare la festa, potrebbero presto arrivare i vigili urbani a mettere i sigilli. I vigili sono stati peraltro sollecitati l’altro ieri da due parlamentari regionali del Movimento Cinquestelle — Giampiero Trizzino e Giorgio Ciaccio — che hanno inviato una nota alla polizia municipale e alla Direzione marittima per chiedere di «verificare la presenza di strutture che allo stato attuale insistono sulla spiaggia di Mondello, preso atto che il Comune non ha ancora rilasciato alcun titolo abilitativo per l'installazione dì qualsivoglia manufatto con capacità volumetrica che possa rappresentare carico urbanistico». Il riferimento, appunto, è alle cabine delle spiagge attrezzate. Si riaccende quindi, a poco più di un mese dall’assegnazione delle centinaia di cabine «familiari» (prevista il 15 giugno) lo scontro su Mondello, acceso proprio dallo Sportello unico guidato da Paolo Basile, il quale — giurisprudenza alla mano — sostiene che le strutture montate ogni estate sulla spiaggia necessitino di una concessione edilizia e debbano pagare gli oneri di urbanizzazione. Cosa che finora non è mai accaduta, come ha accertato la Procura della Corte dei Conti che sta conducendo su questo un’istruttoria per valutare l’eventuale danno alle casse del Comune.
Sono escluse dalla concessione edilizia (e dai relativi oneri) soltanto i cosiddetti fabbricati pertinenziali, cioè le piccole costruzioni che occupano uno spazio molto limitato rispetto alla superficie del lido: un paio di spogliatoi, un capanno di ricovero attrezzi, e altre strutture ritenute appunto a corredo delle sdraio e degli ombrelloni. Il Suap non ha valutato se le cabine già collocate possano essere considerate «pertinenziali» o no, ma di sicuro c’è che anche queste avrebbero dovuto essere autorizzate. E che invece, a seguito della lettera di «niet» inviata da Basile alla Italo-belga e a tutte le altre società che hanno la concessione per la gestione di tratti di demanio marittino, la Italo-belga non ha inviato alcuna richiesta di autorizzazione.
Insomma, si va al muro contro muro, mentre la società ha già concluso il 15 aprile le procedure di rinnovo della concessione d’uso delle cabine ai vecchi titolari (costo dai 1.450 ai 2.250 euro), rassicurando i clienti del sicuro rimborso delle quote versate «qualora non dovesse essere autorizzata alla fornitura dei servizi previsti dalla concessione demaniale».
Nell’attesa di vedere se i vigili raccoglieranno l’appello dei Cinquestelle (o le prossime disposizioni del Suap), bisogna anche dire che difficilmente la soluzione potrà arrivare da una rapida approvazione in consiglio comunale del Pdum, il Piano di utilizzo del demanio marittimo la cui mancanza ha fatto scoppiare il caso Mondello. Se l’amministrazione comunale, infatti, spera di chiudere al più presto la vicenda, i consiglieri sanno che il Piano non può essere approvato senza la «Vas», sigla che sta per valutazione ambientale e strategica. Un atto che spetta alla Regione, che deve pure fissare il quantum degli oneri concessori per le strutture effimere come le cabine: oneri che sono naturalmente attenuati rispetto all’edilizia stabile. Che tutti questi passaggi possano avvenire entro il D-day del 15 giugno, quando mezza città si precipita per tradizione a prendere possesso delle cabine, appare francamente arduo.

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