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Convittiadi, i giovani atleti si confessano: «La passione ci fa sopportare le rinunce»

Lo sport protagonista al villaggio Città del Mare: circa duecento i ragazzi provenienti da ventinove convitti ed educandati d'Italia

PALERMO. «Un atleta ha un solo modo per realizzare pienamente la propria libertà: lottare liberamente per vincere», così diceva Pier Paolo Pasolini. Parole le sue, che sicuramente almeno una volta nella propria vita un atleta avrà sentito la necessità, quasi impellente, di mettere in pratica. E non importa se i soggetti in questione sono meno giovani o ancora alle prime armi, perché la passione e l’adrenalina legata allo sport, quando c’è, prende il sopravvento su tutto. Passione legata spesso alla vita quotidiana, quasi sempre fatta da tante rinunce. Ed anche se ancora sono giovanissimi, i circa duecento ragazzi provenienti da ventinove convitti ed educandati d’Italia, che in questi giorni stanno prendendo parte alle «Convittiadi» che si stanno svolgendo al villaggio Città del mare di Terrasini, conoscono bene queste emozioni. C’è chi forse praticava lo sport già sin dentro la pancia della propria mamma, e che poi una volta venuto al mondo non ha aspettato un solo istante per continuare a farlo. Come Giulia Sciortino, 14 anni, che frequenta il primo anno di liceo classico all’Educandato Maria Adelaide di Palermo. Il suo primo approccio con l’acqua lo ha avuto ancora in fasce, poi all’età di tre anni ha chiesto ai genitori di potersi iscrivere alla scuola di nuoto, fin quando un giorno, per caso, un istruttore ha notato il suo talento ed ha chiesto ai genitori di poterla allenare per farla competere con gli altri ragazzi. «È un percorso duro, fatto di tante rinunce – spiega Giulia –, i miei compagni di classe escono la sera o il pomeriggio, ma io spesso non posso farlo perché devo allenarmi. Se tutto va bene, riesco a ritagliarmi un po’ di tempo il sabato». È sì una forte passione quella della giovane nuotatrice palermitana, ma che però deve essere conciliata con lo studio e con le tante difficoltà della vita. «Studiare è importante e devo farlo - afferma -, sopratutto per costruirmi un futuro solido. Il mio sogno da grande sarebbe fare il neurologo, perché mi intrigano i meccanismi della mente umana». Giulia è anche una ragazza realista: «Prima o poi la carriera agonistica finisce, una nuotatrice va bene fino ai trent’anni. Poi bisogna fare i conti con il corpo che comincia a risentire dei segni del tempo. Il nuoto è la mia passione, per questo mi alleno con costanza, gareggio e continuerò a farlo da grande. Ma - prosegue - non voglio farne il mio mestiere, preferisco che resti una passione». La giovane Giulia si è aggiudicata il secondo posto in finale per i 100 metri dorso femminile della categoria «large». C’è anche chi, invece, dello sport vuole fare il proprio futuro e coltiva questo sogno nel cassetto sin da piccolo. Jacopo Arena frequenta il primo liceo classico ad indirizzo Europeo all’educandato Santissima Annunziata di Firenze. Ha l’accento fiorentino, ma è di origini siciliane. Suo padre, infatti, è nato a Firenze da genitori siciliani. «Per me essere qui è come giocare in casa», ha raccontato. Gioca a basket da quando aveva cinque anni, dall’ultimo anno di asilo. Ha capito che questo sport faceva per lui proprio quando, qualche anno fa, stava per perdere ogni speranza. Sconfortato perché i suoi compagni crescevano di statura e lui non avanzava nemmeno di un centimetro: «Nel basket l’altezza è una cosa importante – racconta –, il mio problema mi ha un po’ demoralizzato. Ma poi, come accade quasi sempre, ti rendi conto delle cose a cui tieni davvero solo quando le stai per perdere. E così, ho capito che questa era davvero la mia strada. Fortunatamente la natura è venuta in mio soccorso - ironizza - ed il metro ha cominciato a contare di giorno in giorno un centimetro in più». Adesso Jacopo sa che questo è il suo sport e non lo lascerebbe andar via per nulla al mondo: «Da grande vorrei continuare a far questo, seguendo l’esempio del mio idolo Rajon Rondo dei Boston Celtics». Ieri, intanto si sono concluse le competizioni di nuoto. I vincitori palermitani sono stati: Riccardo Gennaro, educandato Maria Adelaide; Pietro Mazzola, convitto nazionale; ed Egle Traina, anche lei dell’educandato Maria Adelaide. L’altro ieri, invece, si sono concluse quelle di scacchi con la vittoria per la categoria small di Paolo Gagliardotto, del convitto nazionale Giovanni Falcone. Al momento il medagliere dell’ottava edizione delle Convittiadi, nelle diverse discipline, vede in testa i ragazzi del convitto di Cagliari seguiti da quelli del convitto nazionale Giovanni Falcone.

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