PALERMO. Il gup di Palermo Piergiorgio Morosini ha disposto la scarcerazione di Salvatore Gioeli, uno degli otto fermati nell'operazione dei carabinieri denominata Iago. Da alcune intercettazioni in carcere delle conversazioni tra Giovanni Di Giacomo, boss ergastolano, e il fratello Giuseppe, ucciso il 12 marzo scorso, si evincerebbe che Gioeli, assistito dall'avvocato Debora Speciale, non avrebbe ricoperto un ruolo attivo in Cosa nostra dopo la sua scarcerazione avvenuta ad agosto. Gioeli, secondo i Di Giacomo, sarebbe «lagnuso» (poco volenteroso, ndr) e inaffidabile. Gli otto fermi sono scattati sabato scorso per sventare una nuova guerra tra i clan. In manette sono finiti Marcello Di Giacomo, i boss Nunzio Milano e Tommaso Lo Presti, da poco tornati liberi, Vittorio Emanuele Lipari e il figlio Onofrio. Ai Lipari i carabinieri che hanno eseguito gli arresti hanno in realtà salvato la vita: ritenuti responsabili dell'omicidio di Giuseppe Di Giacomo, fratello di Marcello e Giovanni, erano finiti nel mirino del clan di Porta Nuova che li aveva condannati a morte.
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