PALERMO. Oltre le transenne, oltre i sigilli, oltre i cancelli su cui campeggia il provvedimento di sequestro, ci sono mille alberelli appena piantati che rischiano di morire. Sono gli alberelli donati alla città dal colosso erboristico Yves Rocher Italia, il primo drappello dei diecimila frassini, corbezzoli, bagolari, palme nane, biancospini, filliree, lentischi, terebinti, lecci che dovrebbero realizzare al Parco Cassarà «uno straordinario bosco urbano, unico in Italia per dimensioni, localizzazioni e caratteri naturali», come scriveva il Comune il giorno dell’inaugurazione, tre mesi fa. Peccato che quel parco la cui storia è legata a doppio filo ai bambini (l’ex sindaco Cammarata lo inaugurò tenendo per mano la figlioletta, mentre il primo albero di Rocher è stato adottato da uno scolaro di otto anni) è sotto sequestro per il rischio amianto: i timori della procura è che le fibre, diventate volatili, abbiano infestato come una sorta di pioggia acida tutti i 23 ettari del polmone verde. Sotto sequestro, oltre le speranze della città, è rimasto anche il regalo di Rocher, che il Comune si affretta a tutelare con una richiesta che oggi invierà alla procura. «Si tratta — dice l’assessore al Verde, Giuseppe Barbera — di una richiesta di temporanea rimozione dei sigilli, il tempo necessario a consentire l’innaffiatura e la manutenzione degli alberi. In questi giorni il tempo è stato mite e hanno resistito, ma con l’incalzare del caldo, dobbiamo avere la possibilità di curare il verde ogni tre-quattro giorni». La parola sulla sorte degli alberi spetta adesso ai giudici, mentre la commissione istituita dal Comune avrà tempo fino al 30 di questo mese per presentare i risultati della sua indagine e una proposta conseguente. Attorno a un tavolo ci sono il dirigente del settore Ambiente del Comune, il Rup (responsabile unico del procedimento) che guidò la realizzazione del parco, il direttore dei lavori, il dirigente del Coime. Chiamati a tirare fuori vecchi progetti, mappe e ricordi per cercare di risalire alle fonti possibili di inquinamento da eternit, che era emerso già in una zona limitata all’indomani dell’inaugurazione dell’area verde.
«Da quel che finora sappiamo — dice Barbera — l’amianto è emerso dove un tempo c’erano le discariche, cioé vicino a Villa Forni e nell’area limitrofa all’Università. Certo noi mille buchi abbiamo fatto per piantare gli alberelli e niente abbiamo trovato». Con le risultanze della commissione in mano, e con una proposta di campionamento sulle aree da monitorare maggiormente, Barbera correrà dal sindaco e dai magistrati. Gli altri novemila alberelli di Rocher al momento possono attendere, «anche se la loro piantumazione — dice l’assessore — è prevista per ottobre e io confido che per quella data i problemi siano stati superati». Per un polmone verde sottratto alla città, ce n’è un altro che si apre. Ed è quello di viale Ercole, alla Favorita, che sarà pedonalizzato a partire dal 10 maggio e animato da una serie di iniziative. «Un segnale importante per la Favorita — dice Barbera — un parco che ha bisogno di un ufficio ad hoc, come già deliberato. Ho appena consegnato al sindaco il progetto per la costituzione dell’ufficio, con otto funzionari del Comune dalle diverse competenze».
Palermo, appello ai giudici: alberi a rischio al parco Cassarà
L’assessore Barbera chiede la rimozione dei sigilli: «Il tempo necessario a consentire l’innaffiatura e la manutenzione»
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