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Un orto allo Sperone, chiesto l’affidamento Ma il Comune frena: «L’iter è diverso»

La proposta di adozione, Barbera: «L’avviso è per convenzioni senza scopo di lucro»

PALERMO. È uno dei tanti pezzi di città che viene ignorato. Ennesimo frammento mancante di un puzzle incompiuto. Un terreno che esiste sulla carta, ma l’indifferenza lo ha condannato ad essere un «non luogo». Svuotato dal suo significato sociale, si alimenta di degrado e abbandono. E così tra le erbacce, cresciute negli anni, ci sono anche calcinacci e rifiuti provenienti da cantieri edili. Un terreno immenso, nel quartiere Sperone, di fronte alla chiesa di San Sergio I Papa, in via Pecori Giraldi che «da 27 anni è rimasto immutato nel tempo» racconta Giovan Battista Lonardo, un residente della zona. Un’area che, invece, potrebbe trasformarsi in qualcosa di positivo. Lonardo ha deciso di rispondere alla campagna «Ditelo anche a noi», lanciata dalla trasmissione radiotelevisiva Ditelo a Rgs, e ha inviato un sms al numero 335. 87 83 600 (attiva anche l’email [email protected]) per chiedere al Comune di poter ricevere in adozione lo spazio.
«Faccio il vigile del fuoco, ma il mio sogno è da sempre quello di coltivare la terra – spiega -. Una vera passione che vorrei condividere con mio fratello Alessandro, al momento disoccupato. E allora perché non realizzare un orto urbano? Mi sono chiesto. Tempo fa con mio padre ci siamo anche informati e questo terreno risulta di proprietà pubblica».
Un progetto che, però, esula dall’avviso dei «Giardini condivisi» pubblicato dal Comune. L’avviso, infatti, prevede la stipula di convenzioni con associazioni o gruppi di cittadini, senza scopo di lucro, in aree di proprietà comunale. «Devono essere individuate - si legge nel documento - tra le zone destinate, dallo strumento urbanistico vigente, a verde pubblico ed essere già impiantate a giardini». In poche parole devono essere piccoli spazi già dedicati al verde, ma che non sono adeguatamente mantenuti dall’amministrazione pubblica. Le richieste possono essere presentate all’ufficio Verde, arredo urbano, parchi e riserve del settore Ambiente, presso le ex Scuderie Reali in viale Diana, all’interno del Parco della Favorita. Previste convenzioni della durata minima di un anno sino a un massimo di tre. Per tutto il resto bisogna seguire un altro iter. «È necessario, prima di tutto, verificare che il terreno sia effettivamente pubblico – spiega l’assessore al Verde Giuseppe Barbera – dopodiché, trattandosi di un progetto che prevede anche un ritorno economico, grazie alla vendita della frutta e della verdura coltivata, è necessario redigere un bando ad hoc. Diverso da quello sui giardini condivisi». Circondati dal grigiore dei palazzi, gli orti urbani sono diventati, negli ultimi anni, un vero e proprio fenomeno. Secondo la Coldiretti ha raggiunto in Italia il record di 1,1 milioni di metri quadrati coltivati. Secondo i dati Istat, oltre un terzo (38 per cento) delle amministrazioni dei capoluoghi di provincia ha messo a disposizione orti urbani. Ma nel Mezzogiorno risultano presenti solo a Napoli, Andria, Barletta e Palermo. Nel capoluogo siciliano sono due gli orti urbani già realizzati dalla Codifas, consorzio di difesa dell’agricoltura siciliana. Il primo, inaugurato un anno fa, si trova in via Galletti, nella zona via Messina Marine. Il secondo è in via PV 46, zona Velodromo.

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