CARINI. Fino a stamattina ammonta a 15 il numero di cadaveri di randagi avvelenati, ritrovati nei pressi della Stazione Piraineto, nei campi, e lungo via Olanda, via Berlinguer e via Aldo Moro. L’ultimo, un Rottweiler, è stato ritrovato morto lunedì notte. Secondo i volontari che hanno documentato i fatti l’esca utilizzata potrebbe essere un miscuglio di carne e topicida. Una barbarie inaudita, che mostra la consuetudine consumata in molti comuni della Sicilia dove la sterilizzazione non viene praticata, portando a un numero elevato di randagi che poi vengono atrocemente uccisi: «Avviene ciclicamente ogni tre mesi ‒ spiega Giusy Caldo, volontaria animalista ‒. Ancora una volta il problema del randagismo viene eliminato dalla mano crudele dell’uomo provocando atroci sofferenze». Al momento nella zona di Carini continuano le perlustrazioni perché mancano all’appello altri quattro cani stanziali, e non si esclude, visto la vastità della zona e la probabilità che altri cani siano entrati in contatto con l’esca, che il numero degli avvelenamenti e dunque dei cadaveri aumenti. Un doppio mistero poi si snoda nella vicenda, sono i volontari a raccontarlo: «In via Berlinguer dove è stato rinvenuto uno dei cani uccisi, la scorsa settimana erano stati trovati nei cassonetti corpi di galline, agnellini, maiali e quattro gatti, che poco dopo sono stranamente spariti. Anche il Rottweiler avvelenato, – spiega una volontaria – che ci hanno detto fosse stato prelevato per effettuare l’autopsia e tipicizzare il veleno, sembrerebbe in realtà mai essere arrivato all’Istituto Zooprofilattico di Palermo». Gli animalisti denunciano poi la poca attenzione delle amministrazioni che si traduce in una mancata programmazione delle sterilizzazioni e controlli efficaci per assicurarsi che tutti siano dotati di microchip.
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