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Immigrazione, al centro storico di Palermo il 22 per cento di stranieri: chiedono legalità e vivibilità

PALERMO. Le comunità straniere del centro storico di Palermo, che rappresentano il 22,53% della popolazione residente nell'area, chiedono legalità e vivibilità. È emerso da una ricerca curata dalla cooperativa sociale Ecosmed, in seno al progetto «Il genio di Palermo. La bellezza salverà il mondo», presentata durante il convegno «Palermo, la bellezza che salva». Un no secco al degrado urbano rientra tra le attese di un campione di settemila giovani fino a 25 anni, italiani e immigrati, del centro storico. L'indagine ha anche tracciato l'identikit degli abitanti dei quattro mandamenti (Palazzo Reale-Albergheria; Monte di Pietà-Capo; Tribunali-Kalsa e Castellammare-La Loggia). Su 27 mila censiti, c'è una prevalenza di famiglie con un'alta incidenza di bambini e una ridotta presenza di anziani. In quest'area l'integrazione è una realtà tangibile. La prima comunità è quella del Bangladesh. Seguono gli immigrati dello Sri Lanka, tunisini e marocchini. Se gli adulti esprimono preoccupazione per il lavoro che manca, non è così per i giovani, che invece guardano con fiducia al futuro. «Ci sono tutte le condizioni - ha affermato padre Giuseppe Bucaro, responsabile della parrocchia San Mamiliano, ente capofila del progetto - storiche culturali e umane per far decollare questo progetto. Sono 140 le strutture nei quattro mandamenti che hanno già aderito al Distretto sociale evoluto, un modello di sviluppo rivolto ai residenti del Centro storico.
«Siamo in presenza di una operazione molto importante - ha sottolineato Carlo Borgomeo, presidente della "Fondazione con il Sud", ente finanziatore del progetto - e possiamo affermare che dai severi criteri di monitoraggio e controllo il progetto in questione ha superato gli obiettivi prefissati ».

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