PALERMO. «Che fine ha fatto l’installazione di Uwe?», chiede con gli occhi lucidi la docente universitaria di Innsbruck, appena arrivata, con a seguito due dei suoi studenti. È una bella ed elegante signora straniera che a falcate sicure attraversa via Argenteria vecchia, seguita da due giovani che sembrano usciti da un film degli anni ‘50, lui assomiglia a Cary Grant in North By Northwest. Di tanto in tanto alzano lo sguardo verso i panni colorati che sono il marchio della Vucciria, insieme a quelle ‘balate’ ormai asciutte e dissestate, e le ‘putìe’ con piramidi di frutta ben lucidata. Il volto della donna a ogni passo si contrae, come se maturasse un dolore.
Giunti alla fine della via sono costretti a fermarsi davanti a un muro alto quasi due metri, di abbaglianti mattoni di tufo, che serra il passaggio e la vista di piazza Garraffello. Potrebbero sembrare le battute iniziali di un film d’epoca in realtà è quello che è accaduto ieri in uno dei cuori del centro storico palermitano, teatro dell’abbandono, dell’indolenza e dell’imperizia. Dopo il crollo della palazzina in piazza Garraffello la magistratura ha ordinato il transennamento della piazza e il blocco della circolazione. Così da ieri mattina una squadra di operai ha iniziato a chiudere, con una recinzione in muratura (
GUARDA QUI LE FOTO), tre delle strade che portano a piazza Garraffello, le altre due sono state al momento chiuse con transenne, sotto il controllo dalle forze dell’ordine. L’Amministrazione assicura tempi celeri, una settimana appena: per mettere in sicurezza e iniziare ciò che serve per ripristinare quel cuore ferito. Tutto secondo ‘protocollo’.
Nel trambusto delle operazioni condotte da vigili del fuoco e polizia municipale, delle urla e delle contestazioni del popolo della Vuccira, però, sottotono è passata la distruzione dell’opera di Uwe Jäntsch, la ‘Banca Nazion’ posta in cima a Palazzo Mazzarino. Rabbia e dolore nelle dichiarazioni pubblicate su Rosalio.it dall’artista austriaco, naturalizzato palermitano: “Care donne, cari uomini e concittadini! Quando si fa l’amore nella macchina con il proprio partner si deve stare attenti per non sporcare i sedili. Si prende un fazzoletto per salvare i sedili dal succo bianco mascolino. Poi si apre il finestrino e subito si butta il fazzoletto fuori dalla macchina, perché chi se ne frega, e si guarda in un’altra direzione certamente negli occhi profondi del proprio partner. Esattamente così, ieri notte alla piazza Garraffello, in questa maniera, hanno distrutto alcuni uomini vestiti da vigili urbani e pompieri con una scala lunga automatica e moderna, la mia opera d’arte >>banca nazion< < sulla terrazza del nostro amato Palazzo Mazzarino”. Perché l’ennesima opera d’arte di Uwe è stata distrutta? Il 21 novembre 2006, la sua ‘Cattedrale dei Rifiuti’ fu distrutta da un blitz degli agenti di polizia municipale per la bonifica della piazza. Vigili del fuoco, agenti e uomini dell’Amia portarono via ‘50 metri cubi di rifiuti’ che erano in realtà l’anima di una installazione apprezzata in tutto il mondo. Distruzione che destò lo scandalo e la condanna delle stesse istituzioni: Provincia e Comune si dissero indignati, denunciando la propria estraneità all’operazione. «Un attentato alla libertà di espressione e all’arte», parole che a poco servirono, oggi ne è la prova, perché non c’era più l’installazione davanti l’ex Loggia dei Catalani, realizzata in cinque mesi di lavoro tramite l’assemblaggio di rifiuti non organici provenienti dai soli sei cassonetti in piazza Garraffello. E oggi anche la ‘Banca Nazion’ è stata distrutta. Opera realizzata nel 2007, un anno prima della crisi delle banche, che sottolineava come Piazza Garraffello con le sue attività e la sua movida fosse una sorta di banca naturale nel cuore di Palermo. Una ‘Banca’ che ha certo arricchito di sguardi quell’antro che sarebbe stato altrimenti dimenticato, facendogli fare il giro del mondo e ‘portando’ gli sguardi ammirati di turisti, artisti e cultori, come la docente di Innsbruck che è solita guidare i suoi migliori studenti a Palermo.
«Smontata in appena quaranta minuti dai vigili del fuoco ‒ ci racconta Costanza Lanza di Scalea, compagna di vita di Uwe ‒ senza neppure avvertirci. Alcuni ragazzi mi hanno raccontato che assistevano impotenti alle operazioni, urlando di fermarsi. Ma non c’è stata cura, l’opera è stata smontata e buttata sulla terrazza di Palazzo Mazzarino, causandone la rottura. Molte delle lettere sono state spezzate».
Il rientro anticipato di Uwe oggi a Palermo. L’artista al momento si trovava nella città di origine per motivi familiari, ha deciso di anticipare il rientro ed è appena arrivato a Palermo. I suoi commenti a caldo mescolano amarezza e quella sua ironia che lo ha sempre contraddistinto: «La chiusura è un’idea da boyscout, mezza criminale, tu chiudi la piazza e lasci un accesso libero? È pericoloso, qualcuno può entrare e farsi male. Palazzo Mazzarino è sicuro, ma negli altri palazzi intorno entra acqua dai tetti. Una volta è andata bene e lo spirito della piazza ha permesso che nessuno si facesse male, che nessuno morisse. O lasci tutto aperto o chiudi tutto, solo per l’istinto della sicurezza. Se crolla un’altra cosa? C’è un altro palazzo pericoloso».
Sorride, poi, e scherza un po’ sulla decisione di murare la piazza, avanzando un’idea: «Queste mura mi sembrano artisticamente geniali. Come si vendono ai turisti? Mi stanno arrivando email da tutto il mondo e io non posso rispondere dicendo che è una decisione seria quella di murare la piazza, ci prenderebbero per pazzi. Allora bisogna sfruttare la cosa e dire che è arte, così arriveranno duemila persone a vedere».
Intanto il gruppo facebook ‘Palermo indignata’ ha creato un evento ‘Salviamo la Vucciria’ per oggi alle 18.30, al fine di chiedere interventi immediati di messa in sicurezza e ristrutturazione organica, perché la paura di molti, nonostante le rassicurazioni dell’Amministrazione, è che quei muri non vengano mai più tolti e che la Piazza, così come tutta la Vucciria, venga definitivamente abbandonata e dimenticata. Anche Uwe e Costanza parteciperanno alla manifestazione di questa sera. Jäntsch ha anche intenzione di dar voce a questa sua amarezza, proprio attraverso il linguaggio dell’arte, la sua: contestatrice e innamorata di una Palermo che spesso abortisce ogni intenzione.
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