PALERMO. Salta nuovamente la seduta a Sala delle Lapidi per discutere dell’emanazione, anche in tempi celeri, del nuovo piano che istituisce i dehors (in sostituzione dei gazebo) e le nuove regole che disciplinano gli spazi pubblici. Secondo Confartigianato Palermo il fallimento della seduta è attribuibile alla presentazione in aula di due differenti regolamenti: uno presentato dall’assessore alle Attività produttive, Marco Di Marco, e uno da parte della Commissione Attività produttive.
«Questi passaggi dovevano essere fatti prima – tuona Nunzio Reina, presidente Confartigianato Palermo ‒ c’erano i tempi per chiedere quei pareri tecnici che loro dicono ancora di non avere, e invece si è temporeggiato fino a trovarsi all’urgenza che stanno scottando però i soli commercianti. La bozza di regolamento sui dehors l’abbiamo presentata ben cinque mesi fa – ha spiegato Reina ‒ e tra l’altro ha molti punti in comune sia con quella proposta dall’assessore Di Marco che con quella della Commissione Attività produttive».
Intanto i controlli della polizia municipale procedono e sempre più imprese rischiano di essere sanzionate, con una multa di 500 euro, e costrette alla chiusura di cinque giorni. Quest’ultima disposizione era stata finora bloccata, poi qualche giorno fa la nuova doccia fredda per i gestori (un centinaio circa) e le associazioni di categoria che li rappresentano: Nicola Galvano, dirigente uscente dello sportello Attività produttive, ha infatti firmato l’atto che dà il via libera all’applicazione della sanzione che prevede la chiusura dell’attività per cinque giorni. Reina ha inoltre sottolineato la parzialità dei controlli da parte della polizia municipale: «Il controllo sul territorio delle imprese ricorda un po’ quella pubblicità sul ‘vincere facile’, perché loro hanno i tabulati delle Attività produttive, con l’elenco di esercenti che hanno fatto richiesta di suolo pubblico: andarli a localizzare e multare è la cosa più facile e immediata. Ma non sarebbe più opportuno che la polizia municipale, che sta facendo un ottimo lavoro nella perfetta legalità, attuasse la legalità a trecentosessanta gradi facendo un controllo a zone? Si troverebbero sicuramente anche moltissime attività irregolari che occupano abusivamente il suolo pubblico».
È un po’ il cane che si morde la coda: l’assenza di regolamento non permette l’adeguamento, perché non vi sono indicazioni che permettano al commerciante la sostituzione dei gazebo con in dehors, o su come disporre del suolo pubblico. Ai gestori non è rimasto altro che smontare il proprio gazebo fuorilegge, in attesa di sapere come sostituirlo, per evitare di essere multati. E alla riduzione dei posti a sedere corrisponde quello del volume d’affari, direttamente proporzionale, invece, è la crisi e la ‘necessità’ di licenziare: «Proprio oggi un nostro associato era in preda alla disperazione – dicono da Confartigianato – ci ha detto che rischia di chiudere e che ha dovuto licenziare due dei suoi dipendenti». Una situazione, purtroppo, comune a molti. Lo stallo poi è anche nel mancato rinnovo delle concessioni di suolo pubblico che allarga la frangia dei cosiddetti ‘abusivi’ a tutte le attività che, pur non dotati di gazebo, dispongono di semplici sedie e ombrelloni. Mancando il rinnovo in tutti questi si casi i gestori, pur avendo inoltrato regolare richiesta di rinnovo, potrebbero essere multati di occupazione del suolo pubblico.
Il consigliere Felice Bruscia, ex assessore alle Attività produttive, ha inoltre denunciato una congestione nel Suap, sportello unico attività produttive: «È assurdo che il cuore pulsante delle attività produttive sia bloccato – ha denunciato Bruscia – La soluzione, secondo me è affiancare il sistema telematico con la possibilità di presentare le pratiche a mano. Quando il sistema per la ricezione delle pratiche online entrerà a regime verrà sospesa la presentazione a mano».