PALERMO. La consulenza fonica su un'intercettazione, effettuata dal Ris, confermerebbe il ruolo di Francesco Arcuri, uno dei tre arrestati per l'omicidio del penalista Enzo Fragalà, aggredito il 23 febbraio a Palermo e morto dopo un'agonia di tre giorni. I legali dell'indagato, che hanno sostenuto che il loro assistito al momento dell'aggressione si sarebbe trovato altrove, hanno chiesto una perizia sull'intercettazione che incolperebbe Arcuri, nel corso della quale si parlerebbe di un «legno», espressione che secondo gli inquirenti indicherebbe l'arma usata per uccidere l'avvocato. I carabinieri, incaricati dal pm Carlo Lenzi di analizzare il nastro, hanno sostenuto nel corso di un incidente probatorio che si è svolto oggi, che ci sarebbe un principio di compatibilità tra la voce che si sente nella conversazione e quella dell'arrestato. Meno netti i periti del gip che non hanno ritenuto il dialogo sufficientemente lungo per arrivare a una conclusione certa. Per il delitto del penalista , l'11 luglio scorso erano stati arrestati oltre ad Arcuri, anche Salvatore Ingrassia e Antonino Siragusa. Per i difensori Arcuri sarebbe scagionato anche da un video acquisito dagli investigatori nell'ambito di un procedimento contro la mafia del Borgo Vecchio. Nel video registrato dalla polizia si vedrebbe Arcuri davanti a una fiaschetteria di via Guerrazzi, alla Zisa. L'uomo sarebbe stato lì dalle 19.24 alle 20.56. Mentre, secondo i pm, l'indagato avrebbe ucciso Fragalà intorno alle 20.30. L'incidente probatorio è stato rinviato al 18 febbraio.
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