PALERMO. La cassa integrazione, per assenza di nuove commesse, nella fabbrica dell'Ansaldo Breda di Carini, dove gli operai sono rientrati a lavoro la scorsa settimana, partirà ugualmente.
Le proteste e le riunioni al ministero dello Sviluppo economico, non sono serviti a scongiurare il ricorso al paracadute sociale. Un risultato però i sindacati dei metalmeccanici lo hanno raggiunto: lo stabilimento non chiuderà. Nell'incontro a Roma, tra i rappresentanti della società del gruppo Finmeccanica e dei lavoratori, è stata raggiunto l'accordo che conferma il ricorso alla cig ordinaria, dal 7 gennaio per 13 settimane ma per un numero minore di dipendenti dello stabilimento siciliano rispetto a quello inizialmente previsto: 147 addetti su 153.
L'intesa prevede la cig a rotazione da gennaio fino al 4 aprile per 35 addetti (29 opera e 6 impiegati) a partire da gennaio; numero che sale a 39 a febbraio (33 e 6); 56 a marzo (50 e 6) e 74 ad aprile (68 e 6); insieme alla trasferta di altri 25 lavoratori in altri stabilimenti del gruppo.
"C'è delusione - dice Alessandro Bucoli della Rsu della Fiom dell'Ansaldo Breda - la cassa integrazione non è al più al buio e il timore iniziale di una possibile chiusura è stato scongiurato. La fabbrica di Carini seguirà la stessa sorte degli altri stabilimenti del gruppo. Restiamo in attesa dei nuovi carichi di lavoro". Per il segretario della Fim Cisl di Palermo Trapani, Ludovico Guercio "è stato, intanto, salvato il futuro dello stabilimento, che a differenza dei piani di dimissione non
chiuderà. Ci auguriamo che il ricorso alla cig non superi il mese di aprile". L'intesa prevede anche l'Ansaldo Breda verifichi la possibilità di assegnare quote di lavorazioni aggiuntive alla fabbrica di Carini; di questo azienda e sindacati torneranno a discutere entro il mese di febbraio.