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Sequestro alla famiglia Niceta, in un pizzino i rapporti con Messina Denaro

PALERMO. I legami tra il superlatitante Matteo Messina Denaro e il commerciante palermitano Massimo Niceta sarebbero racchiusi in un pizzino sequestrato al boss palermitano Salvatore Lo Piccolo subito dopo il suo arresto.  «Carissimo amico mio - scrive Messina Denaro - ricevo la sua lettera e le rispondo immediatamente. La ringrazio di avere trovato il tempo di occuparsi della vicenda del mio amico massimo n. con lui non ho potuto parlare in quanto è fuori per le ferie sono comunque certo che non avrà difficoltà a farle i due favori che lei gli chiede sarà mia cura informarlo appena possibile». Secondo gli uomini del Ros «Massimo n.» sarebbe proprio Massimo Niceta.  Il pizzino sarebbe stato scritto alla fine dell'estate del 2007, mentre l'imprenditore palermitano è in ferie alle Eolie. La vicenda a cui il boss latitante fa riferimento riguarderebbe la gestione nel centro commerciale «Belicittà» di Castelvetrano di due negozi. Secondo gli investigatori i fratelli Niceta si sarebbero messi a disposizione affinchè Filippo Guttadauro, cognato del padrino trapanese, attraverso i figli Francesco e Maria, aprisse un negozio di abbigliamento e uno di bigiotteria sotto le insegne «Niceta Oggi» e «Blue Spirit» presso il centro commerciale di proprietà di Giuseppe Grigoli, storico braccio economico di Messina Denaro. Le indagini dei carabinieri del Ros e della Guardia di finanza dicono che i Niceta - il padre Mario e i figli Massimo, Piero e Olimpia - sarebbero da anni in affari con il gotha di Cosa nostra. Per questa ragione il loro impero è stato sequestrato su disposizione della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo.

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