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Traffico di stupefacenti, l'avvocato arrestato: "Non volevo comprare droga ma smeraldi"

PALERMO. Non voleva comprare droga ma  smeraldi Domenico 'Memì Salvo, l'avvocato arrestato martedì  scorso assieme ad altre 14 persone ed accusato di aver  finanziato un traffico internazionale di cocaina. È stata  questa la versione data dal legale al gip che lo ha interrogato  questa mattina. Rispondendo alle domande del giudice, Salvo ha  raccontato di avere saputo da Gaspare Canfarotta, che poi ha  iniziato a collaborare con la giustizia, di un possibile  investimento in smeraldi. Così Salvo, che aveva venduto la nuda  proprietà della casa-studio dell'anziana madre, avrebbe deciso  di affidare 20mila euro a Canfarotta. Siccome l'affare non  riusciva ad andare in porto, avrebbe poi fatto altri piccoli  versamenti di uno-duemila euro fino ad arrivare a circa 25 mila  euro in tutto. L'indagato è difeso dagli avvocati Raffaele Bonsignore  Giovanni Di Benedetto. Secondo gli inquirenti, i fondi  «investiti» ammonterebbero a 42 mila e sarebbero serviti a  finanziare il traffico di droga. Salvo era già finito in carcere  alla fine degli anni Novanta e condannato per concorso esterno  in associazione mafiosa: aveva reso favori ai fratelli Graviano,  di cui era legale, fuori dall'esercizio della sua professione.  Radiato dall'Ordine degli avvocati di Palermo, si è iscritto a  quello di Locri, in Calabria. 

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