PALERMO. C’era un automobilista, una sorta di stuntman, che lanciava la macchina a velocità contro alberi e muri. A volte bastava un colpo secco, altre volte invece nello schianto si rompeva “solo” il faro e non il paraurti, si danneggiava il muso ma non lo sportello. E allora c’era da intervenire a colpi di mazza, per fare le “rifiniture” e per “sistemare le cose”. Ovviamente le perizie non erano poi così attente e dettagliate, per rilevare gli imbrogli: perché anche molti consulenti delle compagnie o degli studi dell’infortunistica stradale facevano parte del gruppo di presunti truffatori.
Eccolo il sistema della maxitruffa individuata dalla polizia. I falsi, secondo la ricostruzione di chi indaga, erano nelle dichiarazioni, nelle attestazioni, nei certificati medici, nei referti di pronto soccorso, nella valutazione dei danni fisici, nelle perizie redatte dai consulenti e dai titolari degli studi di infortunistica.
Le assicurazioni coinvolte sono una trentina e hanno contribuito alle indagini, fornendo alla Procura e alla polizia informazioni e dati su quanto di poco chiaro è avvenuto dal 2008 in poi.
Le prove che emergono adesso appaiono schiaccianti, difficili da smontare. Ma al tempo stesso non bisogna sottovalutare un dato: le compagnie hanno infatti subìto danni per decine di milioni e questo meccanismo perverso è stato spesso alla base di un aumento vertiginoso dei premi dovuti dagli assicurati, anche da coloro che non hanno mai avuto incidenti. Né veri né falsi.
Nel mese di giugno dello scorso anno una pioggia di avvisi, che informavano della proroga delle indagini preliminari di altri sei mesi, hanno raggiunto 117 persone. Per 28, in particolare, la Procura ha ipotizzato le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla truffa assicurativa. Ai domiciliari vanno Provvidenza Saputo, 44 anni; Carmela Mattina, 55 anni; Giuseppe Marino, 47 anni; Francesco Marrocco, di 36; Rosalba Marchione, avvocato di 34 anni di Partinico; Ennio Cipolla, avvocato di 43 anni di Partinico; Umberto Li Vecchi, perito di 53 anni di Partinico; Fabio Orlando, perito di 42 anni di Partinico; Stefano Antonio Fedele, perito di 65 anni di Partinico; Antonio La Mantia, 51 anni, perito di Partinico; Fabrizio Dell’Aira, 24 anni di Partinico. Ricercati Ciro Pellegrino, 50 anni e Giovan Battista Saputo, 39. Obbligo di dimora per Leopoldo Buda De Cesare, 54 anni; Laura Pizzo, 31 anni; Roberto Fiorentino, 22; Rosalia Ingrao, 49 anni; Anna Maria Vitale, 49; Agatino Bommarito, 54; Giuseppe Sgroi, 50; Salvatore Cassarà, 57 anni; Antonino Fedele, 38. Indagati a piede libero Salvatore Zulfo, 53 anni; Gioacchino Zulfo, 50; Agostino Tognetti, 32 anni; Francesco Miraglia, 28; Giuseppe Ferreri, 52 anni; Angelo Vitale, 36 anni; Salvatore Landa, 42 anni. Non è tra i coinvolti, invece, Massimiliano Meli, contrariamente a quanto scritto in precedenza (il suo legale precisa in una nota: "Non ha mai visto contestata l'associazione per delinquere"). Complessivamente dieci sono finiti ai domiciliari, altri dodici hanno avuto l'obbligo di dimora mentre le posizioni di cinque si sono ridimensionate durante le indagini. L'unico a finire in carcere è stato invece Vincenzo Nobile, pregiudicato di Partinico, proprietario del fondo messo a disposizione dell'organizzazione è in cui venivano simulati gli incidenti.
Caricamento commenti
Commenta la notizia