PALERMO. Due lettere con la sua foto e quelle della moglie e della figlia segnate con le croci. Sono gli ultimi messaggi intimidatori indirizzati a Vincenzo Liarda, il sindacalista della Cgil delle Madonie diventato da qualche anno bersaglio di numerose minacce per il suo impegno antimafia. Le due lettere sono arrivate alla moglie nel suo ufficio di Petralia Sottana (Palermo) e della suocera. Annunciano un «grande botto» e avvertono che «non sono solo minacce ma realtà». Liarda, che si muove sotto protezione, ha informato i carabinieri. Finora sono una ventina gli episodi intimidatori di cui il sindacalista è stato vittima.