PALERMO. Inammissibile il ricorso della procura generale. Così la Cassazione conferma le assoluzioni degli imputati nel processo sui presunti accordi tra le cooperative rosse e Cosa nostra. Scagionati l'ex vicesindaco di Villabate, Antonino Fontana ex militante del Pci, Mario Calarco accusato di associazione mafiosa e Ignazio Potestio e il figlio Mario, Salvatore Fichera, Carmelo Spitale, Gandolfo Agliata e Andrea Caliri indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla turbativa d'asta. La sentenza era stata emessa, ricorda il Giornale di Sicilia, il 15 ottobre scorso, dalla sesta sezione della corte d'appello. La procura generale l'aveva impugnata, ma con un giorno di ritardo. Per questo motivo non è stata accolta dalla settima sezione della Cassazione. L'inchiesta era stata avviata nel 2000. Sono stati così condannati solo i tre imputati che avevano patteggiato al termine delle indagini preliminari: Stefanio Potestio, fratello di Ignazio, il figlio Mario e il cognato Gandolfo Barrancotto.