PALERMO. Istruzioni per l'uso: questo è solo un tentativo di raccontare le notti palermitane, qualcuno ci si ritroverà, altri no. Saranno citati alcuni locali, i luoghi cult, ma ovviamente se ne dimenticherà qualcuno. Perché la materia è complessa e piena di sfaccettature. E ad esempio, muovendo dalla cronaca, dire dopo l'ultima maxi-rissa che la Vucciria è un covo di ubriaconi e fumati non rispeccherebbe affatto il volto di un quartiere che, ogni notte, si popola di gente di ogni estrazione sociale e culturale. Perché le sfumature, se le si vuol vedere, si trovano ovunque. VUCCIRIA, LA DISCOTECA TRA I PALAZZI SVENTRATI È un caleidoscopio. Sotto i palazzi sventrati ci trovi lo scanazzato del posto, ma anche il laureando, l'agente immobiliare, l'operatore di call center e l'artista che ballano reggae nella discoteca abusiva (non l'unica cosa illecita) di piazza Garraffello. Poi c'è quel ghanese che gira tutta la città con un vecchio «Sì» munito di computer portatile e casse. Spara a palla Bob Marley, l'inno di Mameli, imitando Balotelli e chiede i soldi per l'esibizione in dialetto palermitano. In piazza Caracciolo si beve Forst a collo lungo, il cocktail del Pirtusiddu o lo zibibbo preso alla Taverna Azzurra. La sbornia di alcol e la fame chimica post-canna più spesso portano dallo stigghiolaro o dal paninaro che alle coltellate com'è accaduto pochi giorni fa. Occhio tra i vicoletti però, le rapine di denaro e smartphone negli ultimi mesi non sono state rare. LA "SFILATA" AI CHIAVETTIERI La Vucciria è a un passo, ma qualcosa cambia. I prezzi dei cocktail e delle birre innanzitutto. Più alti, anche perché qui, a occhio si capisce, ci si muove più a norma di legge. Meno bulletti di quartiere, molti trentenni. Ma da almeno un anno a questa parte lo hanno scoperto tutti. E il venerdì e il sabato dopo mezzanotte percorrere da una punta all'altra della strada è impossibile. Da lì c'è chi dirotta sul Calamuri, di fronte alla Cala, chi ai Bottai. Chi ha voglia di camminare va ai Grilli, zona che ha avuto momenti migliori, ma che ha ancora barlumi di vita. E anche qualche ritrovo lesbo. NORMAL PEOPLE IN PIAZZA RIVUOLUZIONE Il Genio di Palermo al centro e i locali attorno. Giuseppe Giacalone ha aperto il Qvivi music bar sei anni fa, poi sono sorti a stretto giro di posta anche Cavù e Zammù. «A parte l'aspetto economico — dice Giacalone — sono fiero di aver rivalutato una piazza storica della città che prima del nostro avvento era un ritrovo di prostitute». Oggi molti dall'aria tranquilla bazzicano qui. Non sono fighetti, né tasci. Normal people. Sentite l'itinerario di Simona Barbera, che frequenta un master di management e comunicazione del Turismo culturale ed enogastronomico: «La mia trilogia perfetta è piazza Rivoluzione-Chiavettieri-Vucciria. Piazza Rivoluzione è il centro di tutto. So di trovare sempre qualcuno che conosco. I Chiavettieri, per la verità, col passare degli anni mi hanno stancata un po' perché sono più che altro una passerella: così come in paese si fa avanti e indietro per la via principale, ai Chiavettieri si fa avanti e indietro sgomitando tra la folla». IL MIX A PIAZZA SAN FRANCESCO DI PAOLA Nello spazio di pochi metri pulsano diversi cuori. Intorno al Rocket, aperto nel 2005 da Marco Bianco, gravitano un bel po' di band di ispirazione rock, punk e non solo che si trascinano appresso anche cultori del genere. «L'utenza è la più varia — afferma Gabriele Greco, che lavora al Rocket — eppure è una delle aree più tranquille della città». Accanto c'è l'Exit, storico punto di riferimento della comunità gay. Nella stessa piazza l'enoteca Butticè con una clientela un po' più sofisticata con qualche over 40. D'altronde qui si può bere anche champagne. Sempre in zona ecco Cha e Basquiat, per chi al superalcolico preferisce tè e una fetta di torta. Sono mete di coppie, ma anche di folti gruppi. D'inverno sono pieni. A dimostrare che Palermo non è solo eccessi. BORGO VECCHIO E "BANGLADESH" C'è Tantillo, supermarket aperto di notte. Per tanti è una tappa di passaggio prima di iniziare la serata. Vodka e lattine di Red Bull (o della concorrenza) dentro le borse delle ragazze e via. Una spesa per non svenarsi successivamente nei locali. Molto simile il «Bangladesh», così viene chiamato, per le origini dei gestori, un negozio di alimentari e alcolici nella zona di piazza Lolli. MAGIONE, TRA ABUSIVI E NON Piazza enorme, prato che si svuota solo nei mesi più freddi. Anche questo è un po' il regno degli abusivi. Ma i pub sul quadrilatero non si allineano all'illiceità. Da qualche mese si è trasferito qui il Drunks. Locale emblematico per come riesce a muovere le masse. Fu un successo ai Candelai, riempì la zona di piazza Sant'Anna e ora ha trascinato qui i suoi aficionados. «C'è chi, però, per risparmiare compra dall'ambulante e si siede sugli sgabelli del locale», racconta Massimo Marinelli, chef di 27 anni, che spenti i fornelli non disdegna la movida del centro storico. Alla Magione si va per la birretta e perché nessuno si scandalizza se nell'aria c'è puzza (o odore, punti di vista) di erba. CHAMPAGNERIA, L'ARRUSTUTA E IL KEBAB Villaggio gastronomico all'aperto che si popola all'ora della cena e poi prima del rientro a casa. C'è chi riesce a mandar giù un kebab, chi si «accontenta» dell'arrustuta da Tony. Molti fidanzati terminano qui la loro passeggiata tra Politeama e Massimo. Ci va chi non vuol sbattersi troppo anche perché i pub sono tanti e i posti a sedere si trovano quasi sempre. Nei paraggi c'è il Lulu, ritrovo di universitari per la vicinanza all'Udu della gestione. Si organizza anche qualche serata Erasmus a ritmo di pop, commerciale e trash. BALLARO', DAI BLACK AI PUNK È il posto più black. In via Casa Professa dentro dei garage si fa festa con musica afro e luci psichedeliche. I palermitani lì trovi un po' più avanti in via Nunzio Nasi. Anche qui si resta fino a tardi. Anche qui c'è chi esagera e chi no. Target giovanile, perlopiù studenti, qualche punkabbestia ma adesso pure gli hipster. Sono seduti sulle panche di legno dei locali che nel fine settimana suonano pezzi da discoteca. Oppure ci si arrangia e si prende posto sulle casse di birra. IL DECADENTISMO DEI CANDELAI Il quartiere è un po' in decadenza. Il locale che prende il nome dalla via, quasi 18 anni di vita, dà ancora lustro alla zona continuando ad attirare un pubblico di amanti della musica indie o di generi più ricercati con i suoi concerti e con le serate a tema (travestimenti che variano sempre) del Popshock. Poi la fila di saracinesche alzate, da alcune viene fuori musica a palla, da altre le note di un karaoke. In molti arrivano dai quartieri popolari: creste messe su con la piastra e nuche rasate, abbigliamento vistoso e spesso griffe sparate a caratteri cubitali sui capi. A piedi dai Candelai si arriva al Malox, in piazzetta della Canna. È stato un must per chi è nato negli anni '70 e '80. Oggi tanti ventenni e da qualche tempo cani randagi, aggressivi quando sentono il rombo di moto e motorini. VIA LIBERTA' E OLTRE È l'area dei locali «Milano style». Negroni, gin tonic e Martini nei bicchieri di vetro, se l'ordinanza non lo vieta, alta densità di camicie e giacche. Ma l'apparenza spesso inganna. Anche qui, spesso, il pubblico è stratificato. Di sicuro è la zona più frequentata dai professionisti che finiscono in ufficio e passano per l'aperitivo e a volte si trattengono per ore al Berlin, al Lord Green, al Bicchierino, da Buoni Vini. Al Tribeca c'è chi rimane per la cena. Di diversa matrice il Whisky & Drink dove si percepisce l'impronta metal. Molti giovanissimi, ma anche amanti delle buone birre da Luppolo. Altalenante La Cuba, a Villa Sperlinga. Ma dagli eventi che girano su Facebook, pare che a Villa Sperlinga stiano riprovando a richiamare una clientela selezionata. In zona parecchio affollati gli aperitivi domenicali del Jumeirah. Non è difficile trovare quarantenni al Jackass e al Ricovero, due indirizzi sicuri per ascoltare musica dal vivo. IL MONDO DI PR, CLUB E DISCOTECHE Non è detto che chi frequenti i posti citati sin qui non vada poi anche a ballare. Ma qui il pubblico può cambiare da una serata all'altra a seconda di chi sono gli organizzatori. La figura del pr è decisiva nella nightlife palermitana. Gaia Giambona lo fa da otto anni, ma ammette che è diventato complicato portare il popolo della notte dentro un locale: «Ho notato che la gente ama sempre più stare a bere in strada». Certo, le discoteche di stampo più o meno tradizionale (Goa, Country) resistono, ma trovi il dj anche in posti un po' più ibridi (Reloj, Villa Lampedusa, Kalhesa, Costes). Giuseppe Silvestri, sale in consolle tra Palermo e Milano. «Sono realtà totalmente differenti. Palermo ha una mentalità ancora statica e provinciale. Interessa seguire la massa in un locale in voga in quel momento. Nell'ultimo anno però noto una maggiore attenzione verso la musica house e di qualità e la nascita di tante realtà che prima erano considerate underground». Gli amanti di elettronica, progressive e techno hanno come riferimento le serate di Unlocked, team di giovani guidati da Fabrizio Lo Cascio, che ha portato in Sicilia negli ultimi anni parecchi top dj del panorama mondiale. Per i live rimane gettonato lo Zsa Zsa (quello che fu il Noctis), lo Studio 22, il Palab, il Mikalsa, il Lizard. "IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO" Marcello Capetta, che da ex senatore accademico dell'Università di mondo giovanile se ne intende, in un apprezzatissimo post su Facebook, dopo la rissa alla Vucciria, ha scritto: «Questo scontro tra fazioni (pro e contro la Vucciria/pro e contro i locali della Palermo bene) è francamente imbarazzante e a tratti ridicolo! Continuo a vedere il bello e il cattivo tempo in ogni luogo di questa città che amo».