CAPACI. Quale futuro avrebbero avuto campioni come Pelè, Gigi Riva o Maradona se non avessero avuto la possibilità di tirare i primi calci nelle strade delle favelas? È la domanda più ricorrente che si sente fare da qualche giorno in paese tra gli appassionati di calcio da quando il sindaco, Sebastiano Napoli, ha emanato un’ordinanza, la numero 92 del 30 agosto scorso, che proibisce di giocare nelle vie del centro abitato, «tenendo comportamenti – vi si legge fra l’altro - che possono arrecare danno a beni pubblici e di privati e molestare i passanti o le persone che sostano o abitano in prossimità degli spazi». Niente più sfide al pallone per le strade, dunque, a Capaci. Per i trasgressori le sanzioni pecuniarie previste possono essere molto salate: variano da un minimo di 50 a un massimo di 500 euro se la violazione è commessa in ore serali o notturne (dopo le 20 in inverno e dopo le ore 21 nel periodo estivo). Nel caso di recidive la sanzione è aumentata del 50 percento. Sono numerose le ordinanze sindacali nei vari comuni d’Italia che fanno discutere: c’è quella che obbliga i negozi a chiudere ad una certa ora della notte o l’altra che dice stop alla musica del locale dopo le 24, ma quella emanata dal sindaco Napoli tocca lo sport più amato nel nostro paese. «Sono meravigliato dello scalpore che sta destando questa iniziativa – dice il sindaco -, anche perché il divieto di giocare al pallone per le strade già esiste. È un fatto previsto dalla legge e noi con l’ordinanza abbiamo dato un supporto». Resta il fatto, però, che col campo di calcio comunale chiuso perché da tempo inagibile per via del manto erboso danneggiato, ai ragazzi restano pochi spazzi per sfidarsi al pallone. E così, la piazza del Duomo o piazza Calogero Troia diventano improvvisati rettangoli di gioco. Ci sarebbero i campi di calcio a cinque dei privati ma per il loro utilizzo bisogna pagare. «Il provvedimento nasce dal fatto che ci sono tante proteste da parte della gente perché i ragazzi provocano schiamazzi a tutte le ore, soprattutto di notte. Ho raccolto io stesso la testimonianza di un’anziana signora esasperata perché la notte non riusciva più a dormire. Per non parlare dei danneggiamenti alle autovetture parcheggiate e ai principi di rissa. Non capisco l’attenzione che sta suscitando un provvedimento che rafforza un divieto di legge». In effetti, l’articolo 190 del codice della strada ha introdotto, a partire dal 1993, un divieto di effettuare giochi sulla carreggiata stradale, salvo autorizzazione dell’ente proprietario. Nei casi in cui il fenomeno si ripeta e crei allarme sociale si procede all’identificazione dei giocatori e alla denuncia per il reato previsto dall’articolo 659 del codice penale (disturbo alla quiete pubblica). L’ordinanza sindacale prevede, inoltre, che «delle violazioni commesse da minori risponderanno coloro i quali sono tenuti alla loro sorveglianza».