PALERMO. Sequestrati 8 milioni di euro ai fratelli Giovanni e Alfredo Barbaro, imprenditori del settore navale, dallo scorso anno sotto inchiesta per associazione a delinquere, riciclaggio e fittizia intestazione di beni. L'operazione, condotta dalla Guardia di finanza del capoluogo siciliano, è stata eseguita anche a Roma e Milano. Il provvedimento è stato emesso dalla Pm di Palermo Claudia Bevilacqua e Calogero Ferrara e convalidato dal Gip, e ha riguardato il sequestro di titoli di credito. L'attività delle Fiamme gialle ha preso le mosse dalle indagini svolte dal Fiod olandese, unità specializzata nel contrasto delle frodi finanziarie ed economiche, nei confronti di un'organizzazione (capeggiata da due imprenditori olandesi) che operava nei due paesi e con interessi ramificati in diversi stati, tra cui le Isole Vergini Britanniche, Bahamas, Svizzera e Principato di Monaco. I due olandesi, secndo l'accusa, avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti, in accorso con società avente sede in paradisi fiscali, per permettere la fuoriuscita di capitali dai paesi dove erano ubicate le società destinatarie delle fatture. Proprio per i suoi risvolti transnazionali, l'inchiesta è coordinata da Eurojust (European Union's Judicial Cooperation Unit), organo dell'Unione Europea con sede all'Aia. Fra i destinatari della fatture false, sono emerse due aziende palermitane (per importi di circa 12 milioni di euro) che avrebbero costituito all'estero riserve finanziarie occulte per 14 milioni, trasferiti su un conto corrente in una banca del Principato di Monaco, formalmente intestato a una società off-shore con sede nelle Bahamas. Le false fatture erano state emesse in occasione della cessione di navi per il trasporto di idrocarburi: figuravano una falsa intermediazione da parte di una società olandese, una simulata joint-venture e un appalto per la costruzione di 12 navi nei cantieri di una società coreana. I reati contestati ai responsabili delle società olandesi e palermitane vanno dalla appropriazione indebita, al riciclaggio e all'intestazione fittizia di beni, nonchè all'emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Gli imprenditori, che sono difesi dall’avvocato Sergio Monaco, hanno respinto le accusa, precisando che i documenti fiscali presi in esame si riferiscono ad operazioni che riguardano il settore navale. Da qui l’annuncio della presentazione di un ricorso contro il provvedimento di sequestro.